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I server Linux mettono il turbo

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Open source: movimento poco innovativo

25 giugno 2007 Visualizzazioni: 489 Business

I motivi del no di Red Hat a Microsoft

Le possibilità di un eventuale ennesimo accordo riguardante la protezione sui brevetti infranti tra Microsoft e Red Hat ha fatto discutere non poco in questi giorni. Fortunatamente la società del cappello rosso si è detta contraria a possibili accordi con la società di Redmond. Ma quali sono i motivi di questa scelta?


Sul nuovo Linux.com è stata pubblicata una interessante analisi sui motivi che hanno spinto Red Hat a declinare l’offerta della Microsoft. I motivi principali sono due.

Per prima cosa, la Red Hat non è assolutamente d’accordo sulle dichiarazioni, e soprattutto sulle convinzioni, della Microsoft riguardanti la violazione, da parte di Linux, dei suoi brevetti e della sua proprietà intellettuale. Così come scritto anche in un articolo di qualche giorno fa, Leigh Day, addetta stampa della Red Hat ha dichiarato che la sua società non è assolutamente interessata ad accordarsi con Microsoft. “Continuiamo a credere che il mondo dell’open source e quello dell’innovazione, che lo rappresenta, non può essere soggetto al pagamento di tasse o a stringere accordi in base ad una chiara mancanza di trasparenza rispetto alla comunità“.

In secondo luogo, la Red Hat pare che non abbia davvero alcun bisogno di accordi del genere per proteggere i suoi clienti. I clienti Red Hat sono infatti già protetti e tutelati dalla Open Source Assurance. Secondo i termini di questo programma la Red Hat promette a tutti i suoi clienti di impegnarsi, con tutti i mezzi e a tutti i costi, contro eventuali problemi legati ai brevetti software. Anche a costo di rimetterci ingenti capitali in eventuali cause legali o dover completamente modificare parte del codice interessato, la Red Hat mette al primo posto l’integrità dei suoi clienti.

Dunque, per ora, alla Red Hat non interessa accordarsi con il nemico anche a costo di perdere svariati milioni di dollari portati dalla Microsoft per farsi “acquistare”. Scelta che purtroppo non ha fatto Novell. In ogni caso, un plauso alla Red Hat, forse una delle poche società che crede ancora nella filosofia del mondo del software libero ed open source.

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  • Luca

    Finalmente una distribuzione con le palle! Meno male che ne esistono alcune ancora così.. altro che i venduti di Linspire e quelli di Suse. Anche Mark Shuttleworth ha detto le stesse cose più o meno.

  • Nicola

    Compliemnti Red Hat,,,, Complimenti di vero cuore!!!