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11 giugno 2010 Visualizzazioni: 119 Business

Petrobas, il colosso brasiliano passa a OpenOffice.org

Petrobras, una tra le più grandi aziende brasiliane, con un fatturato di 123 miliardi di dollari, ha intrapreso un progetto di migrazione a OpenOffice.org (che in Brasile si chiama BROffice.org) che coinvolgerà oltre 90.000 PC dei dipendenti e dei collaboratori.


La prima fase del progetto si è già conclusa, con un risparmio superiore al 40% nei confronti dell’acquisto di licenze di software di produttività di tipo proprietario. Marcia Novaes, la coordinatrice del progetto all’interno di Petrobras, afferma che: “L’adozione di OpenOffice.org è stata valutata con attenzione attraverso un’analisi approfondita di tutti i problemi, in base alla quale il software è risultato maturo e perfettamente adeguato alle esigenze dell’azienda. Il fattore decisivo, in ogni caso, è stato quello legato alla riduzione dei costi. Inoltre, abbiamo approfittato della migrazione per adottare ODF - il formato nativo di OpenOffice.org - come standard per i documenti interni, e per passare a Firefox”. Gil Brasileiro, il project leader, ha spiegato che il progetto verrà implementato in tre fasi successive, per rendere più rapida l’adozione del programma da parte degli utenti. Durante la prima fase, appena conclusa, OpenOffice.org è stato installato su tutti i PC, e i dipendenti e i collaboratori sono stati semplicemente informati della disponibilità della nuova suite per ufficio.

La seconda fase sarà basata su un programma di comunicazione, per stimolare l’uso di OpenOffice.org, affiancato da un corso di formazione specifico per le esigenze di un’azienda petrolifera. La terza fase coinvolgerà tutte le divisioni di Petrobras, che dovranno valutare l’esigenza di rinnovare le licenze del software proprietario, il cui costo verrà addebitato sul loro budget e non più su quello IT dell’azienda. La strategia di Petrobras prevede di bloccare l’acquisti di nuove licenze del software proprietario a partire dall’inizio della terza fase del programma. Il progetto di migrazione e tutte le attività di formazione degli utenti Petrobras sono state sviluppate e verranno erogate dai membri dell’associazione brasiliana che raccoglie i volontari del progetto linguistico di OpenOffice.org, coordinati da Olivier Hallot. Il team di BROffice.org ha assistito Petrobras anche nel corso del processo di decisione, durante il quale ha organizzato degli incontri con i manager IT di alcune aziende che hanno già completato il processo di migrazione, come la Banca del Brasile e l’Azienda dei Trasporti di San Paolo.

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  • jack

    cito: “un risparmio superiore al 40% nei confronti dell’acquisto di licenze di software”

    e allora?
    siamo informatici professionali o copiaincollatori di comunicati stampa?
    il costo di un software NON è la sola pura licenza di acquisto, c’è il deploy sui client, la formazione utenti, la customizzazione delle impostazioni, il passaggio di formato (già, migrano ma qual’è il formato che usano dopo?), la distribuzione degli aggiornamenti… queste cose per un’azienda sono soldi fitti

    a chi, come me, deve decidere se proporre un software in azienda, cifre di questo genere non dicono nulla, le posso ottenere dai miei fornitori

    infine, premesso che io USO OpenOffice come software di lavoro, NON può sempre e comunque sostituire MS Office

    • Aldo

      se fosse stato calcolato solo in base al costo della licenza, il risparmio sarebbe stato del 100%

    • AleX

      Aldo ha ragione. Il 40% è il risparmio, mentre il 60% è la spesa per la migrazione.
      Il problema per una società non è tanto MS Office, ma il fatto che i formati non sono accessibili al 100% con altre applicazioni ed essendo proprietari non riesco a sapere cosa c’è salvato dentro oltre al documento.

  • http://www.kensan.it Sandro kensan

    Queste notizie sono ripetitive, si leggono di un sacco di istituzioni, organizzazioni, banche, grandi aziende che migrano ad openoffice.org. Io me ne sono fatto una ragione e credo ci si debba arrendere all’evidenza, non si può sostenere MS Office fino alla morte, prima o poi ci si deve arrendere.

    • http://www.grayhats.org blackout

      il problema non è microsoft o apple
      il problema sono gli STANDARD, ci sono degli standard VANNO USATI e non boicottati (come fa microsoft)

  • Simone

    Bene bene, notizie come questa non possono che fare piacere…
    una volta eliminato il cancro M$ Office per tantissime aziende davvero
    non ci sarà più motivo di continuare a utilizzare win sulle proprie macchine.
    Sarà anche vero che OO non è in grado di sostituire il prodotto M$ al 100% ma
    per l’utilizzo comune che se ne fa e che ho visto fare OO è più che perfetto!

  • avigot

    Fa’ tanta notizia perche’ e’ coinvolta M$, ma proprio in campo di fogli elettronici, ci fu il passaggio da Multiplan a 123 prima, il word processor di riferimento era Wordperfect, la novita’ e’ che tutto il mondo di software proprietario inizia a scricchiolare. Quello che sara’ a mio avviso una killer application per quanto riguarda i costi di deployment e’ manutenzione sara’ il cloud computing a livello aziendale, con tutti i client gestiti da remoto