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23 giugno 2008 Visualizzazioni: 399 Software

Red Hat ottimizza la virtualizzazione

Red Hat annuncia di aver dato il via a tre iniziative strategiche volte a guidare l’adozione, a livello enterprise, della virtualizzazione di prossima generazione. Con questi tre nuovi prodotti, Red Hat porta sul mercato funzionalità di virtualizzazione complete.


Contrariamente a molte soluzioni di virtualizzazione presenti oggi sul mercato, le tecnologie di Red Hat consentono ai clienti di implementare un’infrastruttura di virtualizzazione capace di adattarsi alle loro specifiche necessità. Nello stesso tempo, l’aderenza di Red Hat alle interfacce aperte offre ai clienti la possibilità di scegliere i componenti tra svariati fornitori. Queste tecnologie sono sviluppate da Red Hat in collaborazione con i suoi partner e clienti utilizzando il modello di sviluppo open source che assicura soluzioni più funzionali e di qualità superiore.

A testimonianza dell’impegno di Red Hat nei confronti della propria strategia Linux Automation, queste tecnologie permettono agli utenti di implementare soluzioni di virtualizzazione x86-based all’interno della loro infrastruttura IT. Utilizzando un unico set di strumenti per la gestione di server sia fisici che virtuali, questa architettura permette di implementare infrastrutture di tipo cloud, SaaS (Software as a Service), appliance e tradizionali. Massimizzando la flessibilità è possibile avvantaggiarsi di una riduzione in termini di costi e complessità.

Red Hat presenta:

Embedded Linux Hypervisor - un hypervisor leggero e integrato per l’hosting di ambienti virtualizzati Red Hat Enterprise Linux e Microsoft Windows. Questo hypervisor offre una virtualizzazione che dispone di tutti i vantaggi di Linux: sicurezza superiore, alte prestazioni e un ampio supporto hardware, il tutto in un formato ridotto che può essere facilmente integrato in server e desktop. Red Hat annuncia la disponibilità della versione beta di questo hypervisor sul sito www.oVirt.org. L’hypervisor - basato su un progetto di KVM integrato nel kernel Linux dal 2006 supporta la migrazione live di macchine virtuali da sistema a sistema in tempo reale ed offre elevate caratteristiche di disponibilità. KVM è emersa rapidamente come tecnologia di virtualizzazione di prossima generazione, dopo il successo riscosso dall’implementazione Xen.

Virtual Infrastructure Management – La stretta collaborazione di Red Hat con i suoi clienti nel corso degli ultimi due anni è sfociata in installazioni di successo che vanno dal test e sviluppo al grid on-demand, supportando alcune delle principali implementazioni cloud del mondo. Questa esperienza ha portato alla creazione della prima soluzione di gestione per le infrastrutture virtuali open source, che consente all’IT delle aziende di realizzare e gestire cloud interni. Il coordinamento di test e sviluppo, grid e applicazioni di produzione su un cloud interno unificato sarà fondamentale per ridurre i costi operativi e di capitale, consentendo al tempo stesso all’IT di fornire più elevati livelli di servizio alle linee di business.

Security infrastructure – la virtualizzazione in ambienti di produzione presenta significativi vantaggi per l’IT aziendale. Gli aspetti dinamici e di condivisione dei sistemi virtuali richiedono capacità di identificazione, policy e verifiche integrate a livello di infrastruttura, in modo che le risorse critiche - come per esempio i cicli di elaborazione, lo storage dei dati e gli accessi di rete - siano controllati e verificati in base alle policy delle applicazioni di business. La mancanza di un’infrastruttura di sicurezza completa per la virtualizzazione ha impedito il consolidamento delle applicazioni su un’infrastruttura condivisa. Per supplire a questa mancanza, Red Hat ha presentato il progetto www.freelPA.org volto a rendere disponibili tecnologie di sicurezza integrate che consentano di utilizzare la virtualizzazione all’interno dell’intera azienda.

“Red Hat sta guidando l’adozione di soluzioni di virtualizzazione open source in grado di fornire ciò che i prodotti proprietari non possono: standard aperti, reale supporto multi-vendor e la migliore flessibilità implementativa e operativa”, dichiara Paul Cormier, President of Products and Technology di Red Hat. “Questi annunci sono fondamentali per estendere i benefici della virtualizzazione a tutte le implementazioni IT. Continuiamo a vedere enormi miglioramenti in funzionalità, performance e time to market grazie alle strette relazioni con i nostri partner open source. Per esempio, Intel e IBM hanno lavorato con noi per molti anni su tecnologie di virtualizzazione che spaziano da Red Hat Enterprise Linux 5 agli odierni annunci basati su KVM. Crediamo che questo sia l’inizio del predominio delle soluzioni open source sul mercato del software di virtualizzazione, come è già accaduto in altri settori”.

“I clienti chiedono soluzioni di virtualizzazione avanzate che siano facili da implementare e gestire”, afferma Doug Fisher, corporate vice president e general manager della divisione System Software di Intel. “Intel sta mettendo a disposizione le basi tecnologiche per fornire queste soluzioni attraverso una sofisticata assistenza hardware. In aggiunta, Intel e Red Hat hanno collaborato con la comunità open source per portare sul mercato soluzioni di virtualizzazione innovative. Associando i vantaggi di Intel Virtualization Technology supportata dal hypervisor KVM nativo, con l’infrastruttura di virtualizzazione Red Hat e le innovazioni della comunità open source, possiamo offrire ai clienti una soluzione che assicura massime prestazioni, scalabilità e agilità”.

“IBM lavora a stretto contatto con Red Hat e la comunità open source per portare innovazione all’interno del kernel Linux”, aggiunge Daniel Frye, vice president open systems development in IBM. “IBM ha adottato un approccio eterogeneo alla virtualizzazione, in cui KVM è una delle opzioni. KVM sfrutta le funzionalità chiave del kernel Linux, comprese le interfacce di paravirtualizzazione realizzate da ingegneri IBM. Combinando l’infrastruttura di virtualizzazione Linux con interfacce di gestione aperte quali CIM e libvirt, otteniamo una soluzione che elimina il lock-in e le barriere all’adozione della virtualizzazione su larga scala in azienda”.

“Così come è avvenuto nei mercati dei sistemi operativi e dei database relazionali, l’open source avrà un impatto significativo nel settore della virtualizzazione, riducendo costi e offrendo un’alternativa al lock-in proprietario”, conclude Stephen O’Grady, Principal Analyst in RedMonk. “Contribuendo allo sviluppo di tecnologie quali KVM, Red Hat mira a fornire ai clienti opzioni di virtualizzazione open source di alta qualità”.

Secondo un recente sondaggio effettuato da Network Management e NetQoS che ha visto il coinvolgimento di oltre 100 professionisti IT in occasione della conferenza Interop, il 51% delle aziende si avvale della virtualizzazione e questo dato si prevede raggiungerà l’83% nei prossimi due anni.

di Filippo Marteno - TuxJournal.net

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