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TJVideo: NetworkManager si rifà il trucco su Ubuntu 9.10

23 ottobre 2009 Visualizzazioni: 464 Business, Software

KDE: rifarlo costerebbe 175 milioni di dollari

Visto l’enorme numero di righe di codice ma soprattutto i costi di sviluppo che caratterizzano il celebre ambiente desktop per GNU/Linux, è veramente sconsigliato qualsiasi tentativo solitario.


Il codice sorgente dell’ambiente desktop del drago attualmente contiene esattamente 4.273.291 righe di codice, ha riportato sul suo blog Cornelius Schumacher del progetto KDE. Di queste, quasi la metà è utilizzata per sostenere progetti abbastanza voluminosi come kdebase, kdelibs e kdepim. Il team KDE-Edu, invece, occupa il quarto posto di questa speciale graduatoria precedendo anche kdebinding e i moduli legati al networking. All’interno di questo conteggio non sono stati considerati progetti ancora più consistenti come KOffice. Schumacher pensa comunque che i migliori sviluppatori debbano essere in grado di ridurre il codice sorgente dei loro programmi per consentire una gestione generale più efficiente. Un’altra chicca è questa: stando ai risultati di SLOCCount, una serie di strumenti che calcola il valore complessivo di un programma, per riprodurre KDE e derivati servirebbero ben 175.364.716 dollari!

KDE-Development

FONTE: Cornelius Schumacher

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  • http://www.mte90.net Mte90

    Se il codice diminuirà in lunghezza kde ne guadagnerà parecchio.
    Ma con quali criteri dice che per rifarlo ci vorrebbero tutti sti soldi?

    • Alessandro

      A occhio direi che è una stima basata sul costo-tempo. Comunque è un software che esegue queste stime, quindi seguirà un qualche algoritmo analitico che avrà una componente lineare con le righe di codice (salari degli sviluppatori) e una o più di ordine superiore (costi di debug).

  • http://closingbugs.blogspot.com gabriele vidali

    e il progetto gnome quante righe ha ?

  • Giulio

    Senza Ubuntu 8.04 oggi non potrei tenere un pc in negozio senza temere problemi di ispezione. Ed è tutto gratis.
    Però mi chiedo: c’è davvero un principio di difesa dei più svantaggiati, quando si rilasciano software così traballanti e pieni di bachi, siano essi pure “free” ?
    Chi non ha mai usato un pc e si ritrova, ad esempio, a dover collegare una stampante oppure un modem adsl oppure un semplice cavo di rete invertito per passare i dati ad un altro pc, che può fare ?

    Andare da un forum all’altro per leggere che ad altri funziona “da dio” ? O, in alternativa, ricevere tali astruse istruzioni da pentirsi di non essere andato in giro a chiedere l’elemosina ai semafori per comprarsi una licenza (magari originale solo in apparenza) dal solito Bill ?

    Che cosa c’è dietro l’open source che internet si ostina a tacere ?

    Ha senso aver rilasciato, dalla fine del secolo scorso a oggi, decine e decine di versioni open source quando nello stesso periodo si concentra la maggior parte degli utenti che non possono più fare a meno di xp ?

    Che razza di ottimizzazione del lavoro di sviluppo è mai questa ? Siccome è gratis, allora si possono buttare anni in esperimenti per tre quarti fallimentari e incompatibili con tre quarti delle macchine in giro?