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Intel mantiene la pressione su AMD

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28 settembre 2007 Visualizzazioni: 646 Business

Antitrust: dopo Microsoft ecco Google

Già in seguito all’azione intrapresa contro Microsoft, ed alla successiva rinuncia della stessa a procedere in appello, la commissione antitrust della comunità europea si è dovuta difendere dalle critiche provenienti d’oltreoceano. Critiche che si ripropongono, in quanto sembra che attualmente sia al vaglio della commissione l’acquisizione di DoubleClick, azienda leader nel campo della pubblicità su internet, da parte del gigante di Mountain View, per verificare la possibilità della creazione di una posizione monopolistica nel settore.

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Questa settimana Neelie Kroes, commissario alla concorrenza della Commissione Europea, ha difeso l’operato dell’antitrust nei confronti di Microsoft dalle critiche provenienti dagli Stati Uniti, secondo le quali le decisioni della commissione avrebbero l’effetto di provocare un danno ai consumatori, raffreddando l’innovazione e scoraggiando la concorrenza.

Questo almeno secondo Thomas Barnett, capo della divisione antitrust del dipartimento di giustizia americano.

La difesa di Kroes è espressa nel pensiero che sia inaccettabile che un rappresentante dell’amministrazione americana critichi in modo così diretto ed aspro l’operato di una commissione indipendente, perdi più al di fuori della sua legittima giurisdizione, aggiungendo che la Commissione Europea non si permetterebbe mai di giudicare un regolamento emesso dagli organi competenti degli Stati Uniti, pertanto pretende lo stesso tipo di rispetto per l’operato della Commissione.

Google sta già affrontando in America un’azione da parte delle autorità, con l’acquisto di DoubleClick già sotto la lente d’ingrandimento della Federal Trade Commission (FTC), e con Microsoft che sta spingendo per accelerare l’azione. I vari organi di controllo, nonché i maggiori analisti del settore concordano nel definire l’azione nei confronti di Google come logica conseguenza della sentenza a danno di Microsoft. Google gestisce una grandissima mole di dati personali, generando un modello di monopolio sul mercato, e gli organi di controllo europei possono costringere l’azienda a rendere accessibili questi archivi alla concorrenza, nella stessa maniera con cui hanno obbligato Microsoft a rendere accessibili i propri protocolli di comunicazione. Altro potenziale obbiettivo per la commissione di vigilanza è la Apple, creatore di iTunes e dell’iPod, rea di aver escluso altri prodotti dal mercato. Nel mirino anche Intel, con alcune azioni intraprese nel settore delle CPU, non molto gradite dagli organi di vigilanza.

Naturalmente si trattano solo ed unicamente di voci di corridoio, difatti non è stata ancora intrapresa nessuna iniziativa, ne nei confronti di Google ne nei confronti degli altri produttori citati.

Microsoft avrà a disposizione due mesi e 10 giorni per far valere il proprio diritto di ricorso in appello contro le decisioni prese dalla Commissione Europea, ed anche se non darà atto a questo suo diritto, dovrà comunque negoziare i particolari, compresi i diritti di licenza che potrà pretendere per l’uso dei relativi protocolli e, se sarà costretta, a fornirli ai concorrenti Open Source.

di Mario Perri - TuxJournal.net

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