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30 settembre 2008 Visualizzazioni: 944 Business, Software

GNU: Gentoo is not Ubuntu

Si perdoni l’ardito gioco di parole e la travisazione della reale traslitterazione dell’acronimo iterativo GNU, ma il post di Donnie Berkholz merita molta attenzione.

Gentoo rappresenta una delle distribuzioni più atipiche e contemporaneamente, una delle migliori scuole per la comprensione alla radice dei sistemi operativi GNU/Linux.  Per chi non conoscesse Gentoo riassumiamo brevemente le caratteristiche fondamentali: installazione di tutti i pacchetti da sorgente (compilazione ad uno ad uno di tutti i software, ottimizzando il binario risultante per la propria macchina) attraverso uno strumento chiamato portage; una comunità interamente basata sul lavoro volontario, che fa della base utenti il suo punto di forza maggiore. Negli ultimi due anni si erano osservati una serie di “scollamenti”, più che altro dovuti ad una lunga serie di sperimentazioni nell’organizzazione dei rilasci della distribuzione e nell’organizzazione del versioning dei pacchetti, che hanno portato ad una serie infinita di ritardi e delusioni da parte degli utenti più affezionati. All’interno di questo processo si era giunti alla decisione di definire dei rilasci a cadenza periodica e all’utilizzo di un applicativo grafico per facilitare l’installazione della distribuzione. In qualche modo ricalcando le orme di distro più blasonate quali Ubuntu e Fedora. Tentativo che non ha mai portato ai risultati sperati.

La definizione “back-to-basic-approach” (trad. “ritorno ad un approccio di base”), data dallo stesso Berkholz, è la sintesi di una scelta radicale che, a giudicare dalle reazioni entusiastiche raccolte nel forum, rappresenta una svolta nella giusta direzione. In pratica il cd di installazione minimale di Gentoo verrà rilasciato su base settimanale con, al limite, un rilascio annuale di un LiveCD. Viene pertanto cancellato il rilascio di Gentoo 2008.1 (seconda uscita del Cd di installazione completo), poiché l’intero team dedito al mantenimento della distribuzione sta ridefinendo i propri obiettivi, nell’ottica di un ritorno alle origini.

Berkholz lascia tempo per spiegare le motivazioni: “Alla base di tutto ci sarebbe un’ottimizzazione delle risorse umane, stressate - a detta dello sviluppatore - dal prolungato e poco fruttuoso lavoro per il rilascio della versione 2008.0”.  “You can help!!” è il grido lanciato verso la comunità alla caccia di volontari per il mantenimento della distribuzione: si cercano persone con esperienza negli ebuild (i wrapper di installazione dei pacchetti software su Gentoo), debugger, bugfixer, tester. Gentoo è più viva che mai e sta nuovamente affermando la propria identità e la propria storia all’interno della comunità Linux.

di Lorenzo Lombardi - TuxJournal.net

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  • http://www.santbaniashram.it/dass/ Dass

    amo gentoo da anni

  • Roberto

    W Gentoo … W tutte le distribuzioni … ma W anche una visione + unificata e standardizzata di Linux.
    A parte ciò, sono convinto che in futuro alcune distribuzioni cresceranno parecchio rispetto alle altre. Gentoo non Io vedo tra le prime … e si potrà affermare con maggiore decisione che in effetti: Gentoo is not Ubuntu

  • Fabio

    Articolo obiettivo, è da un po’ troppo tempo che si sente parlare delle “cattive acque di Gentoo”. Beh.. non è così. Esistono difficoltà, è vero, ci sono stati exploit di sviluppatori, incomprensioni etc, ma la community ha saputo reagire, lo si vede dal forum e dal codice di condotta che ci si è dati.
    Gentoo è una distribuzione chiave per tutto il panorama GNU/Linux, il sorgente è la base di tutto ciò che è opensource, e la sua presenza fa da sistema di Continous Integration (http://en.wikipedia.org/wiki/Continuous_Integration) testando le n-mila configurazioni possibili di migliaia di utenti.
    Se non ci fosse gentoo che lavora a stretto contatto con l’upstream proprio per il suo stretto legame con i sorgenti, credo che ci sarebbero sicuramente molti più bugs in giro per il mondo.
    Non è una distribuzione per tutti, è vero, (almeno per ora) ma sicuramente ha centrato appieno il suo obiettivo, permettere al suo utente-tipo di avere il controllo del sistema in maniera semplice, basta modificare un file di testo ;-) al resto pensa portage!

  • Fabio

    ps. Anche per dare un’idea della vitalità… seguite gentoo anche solo per qualche giorno qui: http://cia.vc/

  • falko

    GENTOO è LA DISTRIBUZIONE! PUNTO (non so se rendo!)
    La uso oramai da quattro anni e non mi è mai passata per la testa di cambiare. Non è possibile fare alcun paragone ne con ubuntu ne tantomeno con fedora sia per la flosofia che stà alla base che per gli strumenti che mette a disposizione (emerge è assolutamente fantastico). Per non parlare della documentazione sempre aggiornata e dettagliata. And the last but not least il Forum (e sottolineo la F maiuscola) la comunity è sempre presente se qualcuno ha dei problemi ci si fa sempre in 5 per poterli risolvere; penso che i circa 2000 messaggi al giorno bastino a rendere l’idea!!!

    Cia raga.

  • http://www.santbaniashram.it/dass/ Dass

    grande falko :-)
    appoggio in pieno

  • Santo

    secondo me bisogna proseguire verso la strada della distro unica, o almeno 2 o 3 distro che sono finalizzate anche verso utenti poco esperto come fanno Ubuntu-Fedora-Mandriva, non credo che Gentoo sia finalizzata per tale uso, oltre tutto pare che per l’ennesima volte ci siano pochi sviluppatori.

    http://www.hostingtalk.it/news/linux/gentoo-20081-rinviata-carenza-di-sviluppatori/
    un problema simile non potrà mai verificarsi su Ubuntu.

  • W.S.

    Il mondo linux, con le sue infinite distribuzioni, rispecchia il mondo “reale”. Ogni distribuzione è l’incarnazione di un’idea o una filosofia. Decidere che dovrebbero essercene poche singifica limitare la “libertà di pensiero” nel mondo linux. Sarebbe come decidere che al mondo dovrebbero esserci solo 2-3 correnti filosofiche, o 2-3 religioni

    La diversità causa uno spreco di risorse? Anche l’evoluzione che ci ha portato a quello che siamo. Non conta che ci siano tanti progetti simili, conta che ognuno possa trovare un “filone” compatibile con le sue idee, in questo modo riuscirà a dare il massimo contributo. Le conquiste di un progetto, se buone vengono assimilate anche dagli altri, è la base dell’idea di free-software.
    La distro unica è rischiosa ed impraticabile, perchè dovrebbe seguire il tentativo di trovare un compromesso tra le esigenze degli utenti, perchè limiterebbe il numero di modi di “vedere linux”, perchè può allontanare sviluppatori spingendoli verso progetti dove possano esprimere meglio le proprie passioni. Certo avrebbe anche vantaggi ma io preferisco la situazione attuale.

    Se anni fa si fosse deciso di spingere vero un unica distribuzione Ubuntu non esisterebbe.

    Ovviamente questo è il mio pensiero.

  • Roberto

    @W.S.

    be’, trovo estremamente condivisibile la tua riflessione. Come darti torto: la diversità della Natura è la sua forza. Sono millenni che si esercita al gioco dell’evoluzione e credo la terrà in vita sino al’ultima caloria spendibile che arriva dall’universo.
    Mi vien però da pensare che se in quella diversità si desidera avvantaggiare una specie (il software open/free), potrebbe essere indispensabile darle una mano. Però non è necessario diminuire tutte le specie per avantaggiane una soltanto. Ma farvorirne una (rendendola sempre più semplice, fruibile a tutti e accettata a suon di driver dalle softwarehouse) ai danni di una sola o poche altre specie (software closed ad esempio).
    Come? Ad esempio standardizzando alcune operazioni fondamentali. L’installazione di programmi? di driver? Poi per il resto che ogni distribuzione (open/free) segua la sua filosofia e la sua diversità … Temo invece proprio della diversità delle distribuzioni poichè se in futuro una si rivelerà facile, espandibile, adattabile dotata di driver a non finire, potente e sicura, mentre ad altre queste cose non sono concesse per volere o per ideologia … sarà la prima soltanto a sopravvivere. Come è successo in natura con tante specie estinte.

  • falko

    Ogni distribuzione è l’incarnazione di un’idea o una filosofia. Decidere che dovrebbero essercene poche singifica limitare la “libertà di pensiero” nel mondo linux
    W.S.
    Quoto in pieno

    Comunque la ricchezza di Linux è proprio questo, poter configurare un sistema secondo le proprie esigenze, senza vincolare l’utente a dover installare questo software anzichè quello e Gentoo è nata anche per questo. Uno dei punti cardine della sua filosofia la libertà di scegliere (il diritto del libero arbitrio che $M ha sempre negato) vincolare gli utenti a 2 o 3 distribuzioni significherebbe dire “scustate, ma tutto quello in cui abbiamo creduto fino adesso è sbagliato, meglio tornare indietro”

  • falko

    Gentoo will never die

  • Santo

    Linux per sfondare nel settore desktop, ha bisogna di una distro con un progetto serio e coinvolgente, una società che fornisca una solida base economica e di una buona sponsorizzazione, Ubuntu soddisfa tutti questi requisiti.

    Ubuntu in 4 anni ha raggiunto una quota di diffusione che si aggira intorno a 8mln raggiungendola diffusione di una distro storica come Mandriva presente da 10 anni.

    l’interesse che sta creando attorno a se Ubuntu, aumenta di conseguenza l’interesse di produttori hardware verso Linux, così traggono vantaggio anche le altre distro Linux.

  • http://www.gnulinuxexperience.com spillo

    @ Santo: già, in quattro anni ha raggiunto 8mln di utenti e altrettanti problemi :P insomma, sinceramente, ubuntu sta sempre piu peggiornado, ma per fortuna pensano tutti al nuovo tema, così non se ne accorgono ;)

  • falko

    E’ sicuramente giusto che esista no delle distribuzioni “user friendly” o meglio per “U-tonti”; ciò non toglie che qualcuno possa volere qualcosa di più ;-). Comunque l’interesse dei produttori di hardware verso linux sta crescendo anche grazie al fatto che qualunque produttore lo può utilizzare e customizzare a piacimento soprattutto per la realizazione di sistemi real-time e embedded. E questo lo si può notare leggendo riviste di automazione dove la parola Linux inizia a prendere sempre più piede.