>
MENU
microsoft-convergenza

Mark Shuttleworth: “Microsoft non ci sta copiando”

ff-dash

Firefox OS anche sulle TV (screenshot tour in anteprima)

6 maggio 2015 Visualizzazioni: 1222 Hardware, HowTo, Mobile

Aquaris E4.5 Ubuntu Edition: la nostra review completa

Abbiamo voluto mettere alla prova il primo smartphone Ubuntu Touch in circolazione. Ecco il nostro test completo che risponde alla domanda che tutti si pongono: vale la pena comprarlo?


Il primo “ubuntufonino”, Aquaris E4.5 Ubuntu Edition, ha fatto il suo debutto ufficiale ormai da qualche settimana. Dopo una prima serie di vendite flash riservate a pochi fortunati, Canonical, assieme al suo partner Aquaris, ha deciso di concedere a chiunque lo voglia, il piacere di acquistare il primo smartphone al mondo equipaggiato di default con Ubuntu Touch. Ma, in fin dei conti, conviene davvero investire i 169 euro necessari per accaparrarsene uno o è meglio attendere soluzioni più avanzate e una maggiore stabilità software di Ubuntu Touch? Per rispondere a questa domanda, abbiamo deciso di far arrivare nella nostra redazione un Aquaris E4.5 Ubuntu Edition, per analizzarlo a fondo e dare una risposta definitiva (o quasi) a tutti i nostri lettori.

aquaris-ubuntu-edition

Prima di mettere le mani sull’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition, ripassiamo un po’ di teoria scoprendo la sua scheda tecnica. All’interno di quest’ubuntufonino batte il cuore di un processore Cortex A7 quad-core da 1.3 GHz capace di offrire la stessa potenza di soluzioni Android powered ben più costose. La grafica è affidata al ben più che conosciuto chip Mali 400, mentre il quantitativo di memoria RAM è pari a 1 GB. Prima che qualcuno possa cadere in errore, è bene precisare un non indifferente dettaglio: paragonare il quantitativo di memoria RAM (così come la frequenza del processore) con quello presente in smartphone Android di pari, superiore o inferiore fascia di prezzo è assolutamente errato. Ciò, per un semplice motivo: la piattaforma software è completamente differente! Non tutti i sistemi operativi (mobile o desktop che siano) necessitano delle stesse risorse hardware per lavorare al meglio e, Firefox OS (restando nell’ambito dei sistemi operativi mobile emergenti) ne è la dimostrazione lampante. Detto ciò, l’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition offre 8 GB di archiviazione (eMMC), una fotocamere posteriore da 8 Megapixel, una anteriore da 5 Megapixel, Bluetooth 4.0, Wi-Fi integrata b/g/n e GPS. Il display, da 4,5 pollici con tecnologia IPS offre una risoluzione di 960 x 540 pixel. Non mancano inoltre un sensore di luminosità, uno di prossimità, accelerometro, eCompass e giroscopio. E la connettività mobile? “Solo” 3G HSPA+: avremmo preferito la presenza di un modulo LTE ma, in compenso, Aquaris E4.5 Ubuntu Edition offre un doppio slot per l’inserimento di micro-SIM. Ora che conosciamo nel dettaglio la scheda tecnica di questo nuovo ubuntufonino, possiamo passare alla nostra prova su strada.

Unboxing

Già osservando il packaging del nuovo Aquaris E4.5 Ubuntu Edition si percepisce un’ottima qualità costruttiva. Una qualità che, normalmente, non ci si aspetta da marchi “minori” e per nulla noti nelle grosse catene di elettronica di consumo presenti nelle nostre città. Sul retro della confezione è brevemente riassunta la scheda tecnica di questo primo ubuntufonino ma, ora non è tempo di ammirare lo scatolo, c’è qualcosa di più importante da fare: aprirlo. Sollevando la copertura della confezione, appare lui: l’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition, dal design minimale. A primo acchito, sembra quasi un iPhone 5 o comunque con un design in linea con quello degli smartphone di medio-alta fascia. Eppure, costa quasi quanto soluzioni entry-level Android. Nello scatolo è presente anche un piccolo manuale d’uso, la “spilletta” che consente di rimuovere con facilità lo slot per la (anzi, le) micro-SIM, cavo USB e adattatore di rete elettrica per la ricarica della batteria.

aquaris-ubuntu-edition-unboxing

Amore a prima vista?

L’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition offre un design minimale, solido, incredibilmente elegante. In un’unica parola, bello. Sì, lo diciamo ancora una volta: non ce l’aspettavamo, questo perché il mondo della tecnologia è fatto essenzialmente da pregiudizi. Se non è un grande marchio a pubblicizzare uno smartphone, un tablet, un notebook o qualsiasi gadget, questo si materializza nella nostra immaginazione come un qualcosa di malcostruito e dal design orrendo. Almeno nel caso dell’Aquaris E.4.5 Ubuntu Edition non è così.

Primi passi in Ubuntu Touch

Premiamo il pulsante di accensione (posto nella parte a destra dello schermo, proprio sopra al controllo del volume) ed ecco apparire il logo di Bq seguito da un circle of life di Ubuntu roteante che, in un certo senso, ci emoziona: dopotutto, è la prima volta che vediamo la distro di Canonical su uno smartphone. Un logo che continua a ruotare giusto per qualche secondo. Il boot del sistema operativo, infatti, è davvero impressionante: in meno di 20 secondi dalla pressione del pulsante di accensione il sistema è completamente avviato e pronto per esaudire i desideri dell’utilizzatore. È vero, i paragoni (almeno in termini di tempistiche e caratteristiche hardware) con Android non bisogna farli (come abbiamo spiegato poco più su), ma in questo caso vogliamo fare un eccezione. Un Nexus 5, equipaggiato con Android 4.1 impiega molto più tempo ad avviarsi. D’altro canto, però, è anche vero che il sistema operativo di casa Google, essendo molto più maturo, carica all’avvio una quantità di componenti decisamente più elevata rispetto all’attuale Ubuntu Touch.

lock-screen-ut

Ritorniamo all’interfaccia dell’ubuntufonino. Ad avvio completato, ci tocca sbloccare la lock screen (che si mostra subito con i colori tipici di Ubuntu Desktop) scorrendo verso destra o sinistra (è indifferente): ed ecco apparire la home screen di Ubuntu Touch che ci mostra subito l’elenco delle app fondamentali: Telefono, Messaggistica, Contatti, Fotocamera, Browser e Orologio. Tappando sulla voce Tutto (presente nella parte in alto dell’interfaccia) possiamo filtrare la tipologia di applicazioni da mostrare: un po’ come accade già nella Dash di Unity, almeno lato desktop. Dunque, si tratta di una home screen molto sobria, priva di sfondi (se non un grigio molto chiaro) e che porta l’utente dritto al sodo chiedendogli, in poche parole, “cosa vuoi fare?”. In casa Canonical hanno capito che c’è una fetta di utenti, piccola o grande che sia, alla quale non interessa aver a che fare con widget, sfondi animati o scorciatoie, ma che vuole ritrovarsi subito nel menu principale dello smartphone. E qui, Ubuntu Touch ci ricorda un po’, non ce ne vogliano gli amanti di Ubuntu, Windows Phone.

home-screen-ut

Direttamente dalla home screen di questa versione mobile della distro di Canonical, ci basta un piccolo scorrimento verso destra per far apparire una dock bar identica in tutto e per tutto a quella di Ubuntu Desktop. Di default, la dock mostra dei launcher alle applicazioni ritenute da Canonical più importanti (sì, purtroppo anche Amazon) e alle Impostazioni del sistema. Ed è proprio quest’ultimo launcher il primo che noi (e crediamo tutti quelli che prendono per la prima volta in mano un ubuntufonino) tappiamo. Anche perché, vogliamo davvero vedere cos’è in grado di offrire allo stato attuale Ubuntu Touch. Ecco, cosa? Tutto quello che offre Android. Dalle Impostazioni di sistema (dai colori e dalla disposizione che ricorda un po’ quella di iOS) possiamo gestire la connettività Wi-Fi, la rete mobile, la connettività Bluetooth, sfondo della lock screen, suoneria, luminosità del display, ecc. Sempre dalle Impostazioni di sistema possiamo accedere alle Info sul telefono da quale verificare anche la presenza di eventuali nuovi aggiornamenti di sistema. In definitiva, almeno per ora, la mancanza di Android non l’abbiamo sentita e, anzi, abbiamo trovato la nuova piattaforma software abbastanza familiare.

impostazioni-ut

Ma ecco arrivare la nostra prima perplessità: come verrà gestito il multi-tasking? Non è presente alcun tasto fisico e, a dirla tutta, neppure virtuale. Dunque, se proprio ora che ci ritroviamo nelle impostazioni di sistema volessimo ritornare alla home screen senza chiudere l’attuale finestra? Dopo un paio di secondi di esitazione, ci arriviamo: scorriamo leggermente verso destra, facciamo apparire la dock di Unity, tappiamo sull’icona di Ubuntu (posta in basso) ed eccoci nella home; da qui, ci basta scorrere verso sinistra per veder apparire tutte le finestre attualmente aperte e scegliere su quella da raggiungere. Esteticamente, viene applicato un effetto molto simile a quello di Compiz o, per gli utenti che utilizzano Windows, Aero. Uno scorrimento verso il basso sulla finestra che vogliamo chiudere et voilà…pulizia è fatta.

multi-tasking-ut

Oltre alla dock laterale, però, ne è presente un’altra, quella superiore che ci mostra orario corrente, autonomia della batteria ed eventuali notifiche. Scorrendola verso il basso (un po’ come faremmo con Android) appaiono dei nuovi tab: Notifiche, Rotazione, File, Posizione, Bluetooth, Rete, Audio: una sorta di quick settings. Quindi, nulla di mai visto.

Multimedia: non è esattamente il suo punto di forza

Diciamoci la verità, quando abbiamo scoperto la scheda tecnica dell’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition ci saremmo aspettati una risoluzione ben maggiore. 960 x 540 pixel non sono poi così tanti e su un display dalla diagonale non esagerata, ma neppure così piccola di 4,5 pollici, la vera paura è quella di distinguere ad occhi nudo ogni singolo pixel. 245 ppi sono sufficienti per offrire all’utente una buona visuale anche se un pizzico di luminosità in più non avrebbe fatto male (non sappiamo se si tratta di una limitazione di Ubuntu Touch o del pannello utilizzato da Aquaris). Display a parte, di default Ubuntu Touch ci offre un’applicazione che ci consente di catturare foto e video (in formato Full HD) utilizzando la fotocamera posteriore (con dual flash) o quella anteriore, come già detto, rispettivamente di 8 e 5 Megapixel. Ma, nei fatti, come si comporta questa fotocamera? Esattamente come quella di un qualsiasi smartphone Android o Windows Phone di fascia media. Con la luce solare regala ottimi colori, mentre quando la luce è scarsa, senza l’utilizzo del flash e foto sono davvero mediocri. In ogni caso, nulla di allarmante.

Sempre sul comparto multimedialità, è presente di default anche un riproduttore di Musica e Video e, almeno in questo, l’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition si è dimostrato abbastanza interessante: la qualità audio è abbastanza elevata, così come il volume. I fori posti nella parte inferiore della scocca di questo ubuntufonino, però, traggono in inganno: sono infatti presenti dei fori sia nella parte destra che sinistra ma è presente una sola cassa (a destra). Un po’, giusto per riprendere il termine di paragone fatto in precedenza, come il Nexus 5.

audio-ut

Allo stato attuale deludente, invece, il browser Web decisamente lento nello sfogliare i siti Web più pesanti. Ma siamo certi, o per lo meno speriamo, che in casa Canonical trovino una soluzione. Dopotutto, lo ribadiamo per l’ennesima volta, si tratta di un sistema operativo ancora in divenire.

Ubuntu Touch e le app

Ed eccoci arrivato al punto “dolente” di Ubuntu Touch. Quello che, in molti dei lettori, aspettavano dall’inizio di questa review: come siamo messi ad applicazioni? Senza fare troppi giri di parole ed offrendo una secca risposta: male. Decisamente male. Il numero di applicazioni presenti nell’Ubuntu Store è davvero limitato e, anche se non si contano sulle dita di una mano, sono comunque ancora troppo poche (a stento raggiungono, forse, la centinaia). Non mancano applicazioni dedicate a GMail, Facebook, LinkedIn, Telegram ma attenzione: non si tratta di app ufficiali, bensì sviluppate dalla stessa Canonical. C’è qualche semplice giochino, qualche software di produttività e di utilità ma niente di più. Dunque, non c’è da aspettarsi molto. Almeno per ora. Una nota positiva? Per lo meno, anche se non si tratta di app ufficiali, avremo modo di restare aggiornati sui social network. E, in realtà, di nota positiva ce n’è un’altra. Lo store è davvero ben fatto e, per quanto scarno, rapido. Il download delle app, tutte gratuite, avviene dopo essersi loggati con il proprio account Ubuntu One. Le carte in regola per far sì che questo Store possa popolarsi ci sono tutte, bisogna solo vedere come la prenderanno gli sviluppatori. Questi ultimi, possono sviluppare in maniera semplice e veloce, ma sembrano ancora timidi nell’affacciarsi in questa nuova piattaforma. Ma se gli utenti continueranno ad acquistare smartphone equipaggiati con Ubuntu Touch, agli sviluppatori non rimane che iniziare a metter mano al codice. Dopotutto, dove c’è un utente mobile, c’è sempre uno sviluppatore di app.

calcolatrice-ut

Uno smartphone da comprare?

Il primo intento della nostra prova, come già detto nelle prime righe di questa review è stato quello di rispondere ad una semplice domanda: è il caso di acquistare l’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition o attendere soluzioni più evolute? È dunque arrivato il momento di fornire una risposta. A nostro parere, quest’ubuntufonino vale ogni singolo centesimo speso, anzi, a dirla tutta, il suo valore sarebbe anche superiore. Non solo per la sua mirabile qualità costruttiva (che davvero non ci aspettavamo avendo a che fare con un produttore quasi del tutto sconosciuto in Italia), ma anche per la qualità dell’hardware con il quale è equipaggiato. Anche l’autonomia della batteria (da 2150 mAh) non è poi così male: non ci si arriva a 2 giorni pieni, ma resta accettabile.

modulo-telefonico-ut

Ma è anche vero che, chi decide di metter mano al portafogli acquistando l’Aquaris E4.5 Ubuntu Edition non ha come primo obiettivo quello di avere fra le mani uno smartphone ben fatto, ma soprattutto, valutare Ubuntu Touch. Ebbene, quest’ultimo, seppur ancora immaturo (e ciò lo si deduce facilmente dal numero di applicazioni presenti nello store o da qualche bug che di tanto in tanto causa rallentamento) si dimostra comunque all’altezza della situazione. Dopotutto, senza nasconderci dietro un dito, quante volte ci è capitato di assistere ad un blocco anomalo di una qualche applicazione o di un componente software di Android? Sicuramente, almeno una volta. Certo, un bug di tanto in tanto non sconvolge nessuno, ma un ritmo di un bug all’ora darebbe fastidio a molti.

Fortunatamente, però, non è il caso di Ubuntu Touch. È una piattaforma che, a nostro parere, ha un grande futuro, sempre che sappia farsi conoscere. Se vogliamo dargli fiducia, se per noi non è un problema non avere a disposizione le migliaia di applicazioni presenti su Android o iOS, se vogliamo creare un filo conduttore fra la nostra esperienza desktop con Ubuntu e quella mobile, beh, molto probabilmente saranno i 169 euro meglio spesi della nostra vita. Ma se il piccolo-grande compromesso legato al numero di applicazioni non ci va bene, non abbiamo scelta: non siamo ancora pronti per tagliare il cordone ombelicale da Android o da iOS.

dock-bar-ut

twittergoogle_pluslinkedinmail
  • RiccardoC

    grazie per la recensione, ho una domanda: è prevista l’integrazione bidirezionale dei contatti con i contatti google? Dato che uso molto android ed i prodotti google in genere vorrei avere un’unica fonte di contatti e gradirei appunto che fossero sincronizzati su tutti i dispositivi.

  • http://fablabpalermo.org Demetrio Siragusa

    ci sarebbe da fare un confronto con firefoxos: hanno fasce di prezzo differenti, ma sono ambedue alternativi ad android (ios è un’altra tipologia di utenti). gli appstore sono paragonabili? esistono killer appliation native? per esempio, un buon navigatore, un waze per capirci, si trova?

    • Russeau

      Sono OS molto diversi: Ubuntu punta a portare una ventata d’aria fresca nella UI e nell’utilizzo, e per fare ciò si affida alla fascia medio-alta del mercato e sopratutto alla convertibilità dektop/mobile.
      Firefox OS al contrario prende spunto dagli altri OS per l’interfaccia, ma punta ad annullare il digital devide, essendo tanto leggero da girare su devices ultraeconomici, e sopratutto alle app in html5 che, se diventassero stanard, annullerebbero le differenze tra i parchi app dei diversi sistemi operativi.

      Ad oggi il Firefox Marketplace è molto più ricco dell’Ubuntu App Store, ma va considerato che quest’ultimo è appena nato. Per quel che riguarda i navigatori, per Firefox OS puoi trovare Nokia Here, TomTom Maps e Bing Maps tra i big :)

    • Russeau
  • Lorenz

    Ragazzi non riuscite a fare anche un piccolo video sul funzionamento? vorrei vedere “con occhi” come gira. Grazie comunque per la recensione