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20 marzo 2008 Visualizzazioni: 48 Tecnologia

L’auto del futuro avrà a bordo il pinguino?

Da anni ormai il mercato dell’automobile ha trovato nel computer un valido alleato. E’ dal 1980 infatti che l’industria si è sviluppata attorno a questo perfetto connubio, il quale nasceva e mirava a trasformare la macchina in una vera e propria navicella “spaziale”.

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Fin dagli inizi di quel decennio, periodo di grande sviluppo e crescita nel campo tecnologico - anni in cui la fantasia umana già pregustava auto volanti e robot capaci di conquistare il mondo - vennero introdotti i primi sistemi computerizzati, gli ECU (engine control unit): semplici regolatori di accensioni e flusso carburanti.

Se all’inizio i sistemi si avvalevano di software e piattaforme proprietarie, con il tempo sempre maggior spazio - sia per la riduzione dei costi che per il miglioramento del processo di sviluppo - è stato catturato dal software open-source.

Tuttavia il numero di addetti al settore è assai ristretto e l’industria ha mostrato scarso interesse nel volersi rinnovare e nel voler passare a nuove e più performanti tecnologie. “Nonostante i vari sforzi compiuti nel corso degli ultimi due anni, il software open-source deve ancora compiere molti progressi nel settore automotive”. E’ questo quanto dichiarato da David Lefty direttore per le tecnologie open source di Access Systems Americ.

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L’azienda, leader nel settore, fornisce soluzioni software per la telefonia mobile e vede nell’integrazione tra quest’ultima ed il pc un fattore chiave per lo sviluppo. Schlesinger lamenta una carenza di esperti nel campo open-source ma vede comunque di buon occhio l’ascesa e lo sviluppo di paesi low-cost come Cina e Corea che potrebbero smuovere mercati da sempre più diffidenti e bloccati ma soprattutto “legati” come quello americano.

Ad oggi, come detto, la stragrande maggioranza di venditori utilizza piattaforme proprietarie atte a far rendere al massimo i propri specifici apparecchi; AutoStar e OSEK OS ne sono l’esempio ma risalgono ad una decina e più di anni fa. Linux invece è un sistema operativo nuovo, adattabile e portabile ma soprattutto free ed è per questo che il mercato per evolversi definitivamente deve prenderne coscienza. Chi per ora sembra aver fatto realmente qualcosa è Freescale con il lancio dell’AGL (Automotive Grade Linux), un sistema operativo real-time potenziato su kernel 2.6 che pare essere un ottima alternativa al ben più costoso software proprietario.

Insomma l’integrazione della telefonia con i dispositivi computerizzati di controllo dell’auto sembra essere il primo obiettivo degli addetti al settore. Un obiettivo apparentemente non troppo lontano dall’essere raggiunto e che potrebbe finalmente spalancare le porte ad un mercato sempre in forte contrasto e mai esploso definitivamente. E il ruolo che il software libero avrà in tutto ciò pare essere di rilevante importanza. Insomma non ci resta che aspettare e chissà che un giorno un pinguino non riesca davvero a far muovere le nostre auto.

di Diego Dagassolemi - TuxJournal.net

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