Chi proviene da una lunga “militanza” con Ubuntu, quando si trova a dover utilizzare altre distribuzioni GNU/Linux cercherà sicuramente di lanciare “sudo nomecomando” al posto di “su” per eseguire comandi con privilegi di amministratore.
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Così come ci ricorda Wikipedia, Sudo (abbreviazione dalla lingua inglese di super user do, esegui come superutente) è un programma per i sistemi operativi Unix e Unix-like che, con dei vincoli, permette di eseguire altri programmi assumendo l’identità (e di conseguenza anche i privilegi) di altri utenti. Mac OS X e Ubuntu installano sudo di serie, mentre sugli sistemi operativi altri va installato in un secondo tempo.
Farlo è un gioco da ragazzi su quasi tutte le distribuzioni GNU/Linux, visto che ormai il pacchetto “sudo” è incluso in tutti i repository di quelle principali. Ma per fare in modo che la propria distribuzione si comporti come Ubuntu bisogna editare con un qualsiasi editor di testo il file di configurazione /etc/sudoers, cercare la linea root ALL=(ALL) ALL e aggiungervi subito sotto quest’altra: [propria username] ALL=(ALL) ALL. Ed il gioco è fatto, al prossimo riavvio la vostra distro Linux utilizzerà sudo proprio come Ubuntu.


