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Sabayon CoreCD 4.2, una release per smanettoni

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Rilasciato KDE 4.3 “Caizen”

5 agosto 2009 Visualizzazioni: 992 Focus, Software

VirtualBox 3.0.2 sul nostro banco di prova

Alcuni giorni fa è stata rilasciata la “major release” 3.0 di VirtualBox, forse il software di virtualizzazione più utilizzato in ambiente desktop. Si è aspettato un po’ di tempo prima di testarlo perché le nuove caratteristiche aggiuntive erano tante e tali, in termini qualitativi e quantitativi, che ci aspettavamo un ulteriore rilascio immediatamente che avrebbe dovuto correggere eventuali problemi. Così, a meno di 15 giorni dalla versione 3.0, è stata rilasciata la 3.0.2 che ha corretto qualche problema di troppo.


1) Installazione

VirtualBox è un sistema di virtualizzazione open source (almeno per la parte dei sorgenti che vengono rilasciati) che permette, come molti di voi già sapranno, di dare origine ad una virtualizzazione totale ovvero la macchina virtuale è totalmente svincolata dall’hardware della macchina che ospita il sistema di virtualizzazione. Virtualbox è un software multipiattaforma ed è disponibile per Microsoft Windows, Mac OS X, Solaris (OpenSolaris) e GNU/Linux. Questa capacità di potersi installare su diversi sistemi operativi permette  di poter avere, ad esempio, GNU/Linux come sistema Host (ovvero quello che ospita la macchina virtuale) e diversi OS come Guest (il sistema operativo virtualizzato).

E’ disponibile in due versioni, la OSE (Open Source Edition) e “non OSE” (licenza PUEL – Personal Use and Evaluation License), in genere la prima è sempre presente nei repository della maggior parte delle distribuzioni. La differenza consiste nella presenza dei sorgenti e della non gestione delle porte USB e di non permettere di utilizzare un controller Serial ATA virtuale nella versione OSE e altre piccole cose che per alcune applicazioni potrebbero risultare di una certa importanza. In questa sede installeremo la versione “non OSE” utilizzando il file .run su una Slackware 12.2. Dopo aver scaricato il pacchetto VirtualBox-3.0.2-49928-Linux_x86.run dalla sezione Linux Download, o la corrispondente versione per computer a 64bit (VirtualBox-3.0.2-49928-Linux_amd64.run), diamo i permessi di esecuzione;

chmod +x VirtualBox-3.0.2-49928-Linux_x86.run

e lanciamo il file;

./VirtualBox-3.0.2-49928-Linux_x86.run

Dopo una verifica sull’integrità dell’archivio e la decompressione del file, partirà la fase di installazione che provvederà a posizionare VirtualBox in /opt/VirtualBox rimuovendo eventualmente una versione precedente. Al termine della procedura se non ci sono stati errori, la qual cosa è confermata dalla scritta Virtualbox has been installed successfully, potremo subito utilizzare il programma la cui voce la troveremo nel menù principale (menù Sistema, almeno in Slackware).

Virtualbox1

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  • Erasmus Jam

    Due cose: anzitutto il comando suggerito
    egrep ‘^flags.*(vmx|svm)’ /proc/cpuinfo

    se copiato e incollato non funziona per colpa degli apici “stilizzati” inseriti da wordpress.

    Altra cosa, il giudizio finale ha davvero poco significato in quanto tale. Cosa significa 5? Quale informazione dà questo numero al lettore? Nessuna a mio avviso. Avrebbe più senso una tabella con una comparazione delle caratteristiche dei software concorrenti, con una valutazione il più possibile oggettiva su ogni singolo aspetto.

    • Saro

      mmm… io ero convito che il punteggio si riferisse all’articolo… se così non fosse hai perfettamente ragione

  • FussyPenguin

    Una pagina intera per qualche nota introduttiva e l’installazione, e una paginetta striminzita per le miriadi di caratteristiche di VirtualBox?

    Installare la versione non-OSE? Ok, ma visto che c’era il supporto USB, tanto vale mostrare come funziona, no? E le “altre piccole cose che per alcune applicazioni potrebbero risultare di una certa importanza”?

    In soldoni, che ci si guadagna a leggere questa recensione?

    Un’altro successo targato Tux Journal, e un bel 5 su una scala di 3 (il tutto misurato in Furlong/settimana)

    Bah.

  • http://www.tuxjournal.net Michele Petrecca

    Nell’ordine;

    1) La miriade di caratteristiche di VirtualBox non sono state introdotte con l’ultima versione, ma dal rilascio di svariate versioni fino alla attuale (…che non è la 3.0.2, ma la 3.0.4).

    2) Il supporto USB c’è da “una vita” nella versione “non OSE” e per quanto riguarda le altre piccole cose, ad esempio una può essere la “VBoxHeadless” (VBoxHeadless -help in un terminale, naturalmente con VirtualBox installata) che permette di gestire una macchina virtuale da remoto senza la necessità della GUI.(…di VirtualBox).

    …basta leggere il changelog (…ad esempio per la 3.0.4 http://www.virtualbox.org/wiki/Changelog ) e darsi “un’occhiata intorno” per capire cosa è successo nello sviluppo. Non si può sempre far trovare la “pappa pronta”, occorre metterci un po’ del proprio; ad esempio, per dirne una, iscriversi ai live webinar periodici se si è interessati all’argomento, live webinar per i quali il sottoscritto non può e non vuole (per ovvi motivi) “sostituirsi”.

    …naturalmente poi ognuno la pensa come meglio crede. ;-)

    Bye 8-)

    • FussyPenguin

      Mi pare che tu abbia descritto la situazione come: se qualcuno è interessato a sapere qualcosa su VirtualBox è inutile leggere l’articolo.

      Quella della pappa pronta e dei webinar te li potevi risparmiare.

      A me pare surreale che per leggere qualcosa, per esempio la faccenda dell’headless vm, bisogni pungolare l’Autore coi commenti.
      Tutto qua.

      Sono sicuro che le fonti cui attingere l’informazione, qualora uno fosse interessato, non sono certo le recensioni.

      Ma torno a ripetere, manchi il punto e di grosso. Messo così il tuo articolo tira via tutto senza dare niente al lettore. Dovrei essere incuriosito a leggere per scoprire come installare VBox su Slackware? Ma se permetti *questi* sono i dettagli che lascerei alle pagine ufficiali, tu ti dovresti soffermare sul punto di vista dell’utente.

      Che nel tuo articolo guarda altrove.

      Prova a scrivere un articolo come scrivi i commenti (evitando la saccenza da due soldi, quella sì la puoi lasciare nei commenti), e magari diventa più interessante.

      Saluti

      • http://www.tuxjournal.net Michele Petrecca

        Le novità principali erano due; SMP e OpenGL, la prima basata sulla stessa tecnologia sulla quale si basa il KVM del kernel Linux e la seconda non ha bisogno di presentazioni. Le periferiche sono rimaste le stesse, la creazione di una macchina virtuale segue la stessa procedura …in sostanza si doveva ripetere ciò che è stato già letto 500 volte per la versione 2.0.x? …oppure far vedere come gira un gioco con le OpenGL e/o con le Direct X in Win virtualizzato?

        Nessuna “pungolatura” (ho risposto perché chiamato in causa) e riguardo la presunta “saccenza” non la leggo/vedo da nessuna parte. Chi è interessato ai particolari specifici si iscrive ai seminari e gli verranno soddisfatte tutte le curiosità.

        @TUTTI
        A coloro i quali le cose non dovessero piacere, allora che si proponessero sì tale da portare le loro “idee fresche” se ciò che leggono possa sembrare che “puzzi di muffa”. In soldoni, vi proponete, scrivete e ci mettete la faccia (alias, il nome e il cognome).

        Bye 8-)