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4 aprile 2014 Visualizzazioni: 1047 Copertina, Software

Ubuntu One chiude i battenti. Il motivo? Troppe spese

A confermarlo sono i vertici di Canonical. Il 31 Luglio 2014 Ubuntu One cesserà di esistere e con esso tutti i file archiviati dagli utenti. Scopriamone di più.


Correva l’anno 2009 e Mark Shuttleworth annunciava fiero il lancio di un nuovo servizio: Ubuntu One, il cloud storage (gratuito, quantomeno fino ad una certa soglia) perfettamente integrato con la distro di casa Canonical. Poco dopo, ecco arrivare client (ufficiali e non) per Windows e le piattaforme mobile, Android prima fra tutte. Un servizio molto apprezzato da alcuni, criticato dagli altri e snobbato da altri ancora. Snobbato perché, alla fine, non si tratta di nulla di nuovo. Quante aziende offrono le loro soluzioni di cloud storage gratuito? Basti pensare a Dropbox o alla stessa Google che con il suo Drive ha stregato il mondo intero.

Ciononostante, c’è un bel numero di utenti che continua a preferire Ubuntu One sugli altri. Ma proprio questi utenti, ben presto dovranno trovare una soluzione alternativa. Quando? Esattamente il 31 Luglio 2014 quando Canonical staccherà la spina da Ubuntu One eliminando tutti i dati salvati sulla nuvola virtuale. Tralasciando discorsi un po’ troppo azzardati sulla reale fine che faranno tutti i file (verranno davvero cancellati definitivamente?), quello che ci chiediamo è il perché Canonical ha deciso di fare una tale mossa. E non sembra trattarsi della solita bufala o affermazione azzardata che parte da Mark Shuttleworth per poi essere ritirata dopo pochi giorni: a quanto pare, infatti, il client di Ubuntu One non sarà presente neppure in Ubuntu 14.04 LTS che, ricordiamo, vedrà la luce fra poco meno di 2 settimane (anche se nell’attuale release Beta è ancora presente).

Quel che è certo è che già da un paio di giorni non è più possibile acquistare brani musicali su Ubuntu One Music Store o piani più capienti per Ubuntu One. Ma ritorniamo al nostro quesito: perché il servizio verrà chiuso? A dare risposta è Jane Silber CEO di Canonical che afferma:

Altri servizi offrono regolarmente 25-50 GB di spazio gratis…Se offriamo un servizio vogliamo competere su scala globale e Ubuntu One richiederebbe investimenti maggiori di quanto siamo disposti a fare.

Decisione saggia ma non era meglio pensarci prima?

ubuntu-one

Fonte: OMG! Ubuntu!

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  • Ludovico

    I cloud virtuali non servono a molto. Il risultato é proprio questo: quando non frutta abbastanza, si decide di togliere la spinave l’utente é costretto a salvare quello che ha memorizzato in remoto ( se in tempo). La soluzione migliore é un server NAS casalingo.