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22 marzo 2010 Visualizzazioni: 491 Business

Shuttleworth: Ubuntu non è una democrazia

Con una risposta abbastanza stizzita, Mark Shuttleworth si è espresso circa l’effettivo grado di coinvolgimento della comunità Ubuntu nelle decisioni che riguardano la celebre distribuzione Canonical.


Interrogato sulla necessità di ripristinare l’originaria posizione di minimize, maximize e close all’interno del nuovo tema, il papà di Ubuntu ha risposto che la sua distribuzione non è una democrazia. Ciò significa che gli utenti, nonostante tutti i loro feedback siamo sempre molto considerati, non possono influenzare le decisioni prese dai team di esperti. “Abbiamo il reparto kernel e i ragazzi che lavorano al suo interno sono gli unici che possono prendere delle decisioni. Allo stesso modo abbiamo quello security e quei ragazzi sono gli unici autorizzati a prendere decisioni. Insomma, Ubuntu non è una democrazia ma una distribuzione meritocratica dove solo alcune persone - possibilmente qualificate - possono influenzare determinate scelte”. Pensate che queste parole siano un po’ troppo pesanti o che Shuttleworth abbia pienamente ragione?


FONTE: Launchpad

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  • giorgio

    direi che ha semplicemente scoperto l’acqua calda.
    Del resto siamo contenti di ubuntu, ed è diventata la distro linux per eccellenza proprio perchè c’è un team di professionisti pagati che ci lavora con costanza e creatività. I feedback servono solo ad orientare il loro lavoro ma è ovvio che il giro di interessi è diverso.

    RESTA cmq ovvio che un padre di linux, e sopratutto di Ubuntu, che si ispira a filosofie debian(e la stessta parola ubuntu spiega tutto)non puo dire gli utenti non valgono più di tanto, perchè è prima di tutto un danno di immagine per un azienda che ha un business basato sull’open source, e sopratutto perchè in una distro open source gli utenti sono tutto.

  • picio

    la sua dichiarazione palesa tutti i limiti del movimento open: bellissima utopia….

    • r p

      mi sa che non ti è chiaro il concetto di opensource…

    • ESR

      Utopia? Mai sentito parlare di Firefox? E di GNU/Linux? E di OpenOffice? E di altre decina di software rilasciati e sviluppati con questa filosofia? Ha già funzionato, sta già funzionando mi domando come si possa ancora negarlo o non vederlo… Per quanto riguarda Ubuntu: il bello dell’open-source/Free Software è proprio questo: nel momento in cui non si è più d’accordo si crea un fork e ci si unisce per mantenerlo. Se il fork ha motivo di esistere, resisterà.
      Cercare di imporre le proprie scelte ad ubuntu da parte degli utenti mi sembra altrettanto prepotente quando l’alternativa c’è ed è il fork.

      • Cla

        il fork di cosa??? tutto per un tema??

        2 minuti lo cambi e non ci pensi più.. sinceramente tutte ste menate da parte della comunità mi sembrano eccessive.

        Secondo me Mark ha completamente ragione.. la comunità è una parte fondamentale del giocattolo, però non si può demandare la scelta di un orpello grafico ad essa perche ognuno avrà una sua visione a riguardo.. La bellezza estetica è troppo opinabile..

        In fondo non si sta constringendo nulla.. non ti piace il tema? lo cambi.

        Quando si inizierà a imporre le cose allora ognuno potrà fare le sue valutazioni.

        • ukay

          Anch’io la penso come te: si può cambiare.
          Però in questo caso la maggiorparte della comunità non ha chiesto di poter scegliere la grafica del tema, ma si è opposta alla disposizione dei tasti..

  • simone

    Se ubuntu è diventata la “distro per eccellenza” (cosa molto discutibile) il merito non è sicuramente da attribuire ai suoi sviluppatori ma bensì a suoi esperti di marketing i quali se ne fregano dei feedback degli utenti e della filosofia di debian.

    Poi mi domando, che necessità c’è di usare ubuntu quando posso avere direttamente debian?

    • psymon

      uhm, vediamo…ad esempio perché sul tuo netbook debian non va ? O perché non c’è il netbook remix ?

      • Simone

        E perché mai debian non dovrebbe girare su un netbook dove invece gira ubuntu? Sarebbe una cosa davvero strana, visto che i famosi 20.000 pacchetti deb di ubuntu sono presi quasi tutti dal ramo unstable di debian…

  • phede86

    – possibilmente qualificate –

    Wow chissa le persone non qualificate che avrebbero fatto,
    andate a vedere ‘gnome-look’ e vedete le persone non qualificate che cosa sono in grado di fare

  • jack

    mamma mia che notiziona!

    e io che pensavo che fosse la zia di Mark a decidere tutto!

    andiamo su, mi sembrano cose ovvie no?

  • Giorgio

    Ubuntu non è questo granché. Se usaste altre distribuzione notereste subito la differenza. Le altre non impupazzano tutto così tanto. Fanno rilasci stabili non includendo software e driver in stadio pre-pre-alpha solo perché così tutti lo useranno… e vedranno il male che c’è dentro e considereranno Ubuntu alla stegua di Windows. Un server grafico, un kernel e un KDE così pieno di patch che non somigliano manco più tanto all’originale. Traduzioni di KDE che non sono quelle ufficiali dei rilasci, ma un miscuglio di quelle ufficiali non di ultima data e qualche altra cosa. Se voi considerate Ubuntu Linux allora tenetevela cara cara. Io fossi in voi darei un occhio ad ArchLinux, a openSUSE a Debian. Tutti sti problemi non li hanno. Ho installato vari distribuzioni sul mio PC, ma ubuntu e derivate non si installano manco morte. Va il crash il kernel, xorg, dove altre distribuzioni si sono installate senza problemi. Forse il mio hardware capisce cosa gli sto rifilando e si rifiuta :D .

    • L1

      passero’ a debian presto. per ora lo voglio testare su un portatile vecchio ma non arcaico. cio’ detto, non so come tu possa aver avuto tutti ‘sti crash con ubuntu. io ce l’ho su un portatile, un netbook e una macchina in ufficio… e zero crash. una cosa e’ certa, se non era per la facilita’ di ubuntu oggi me la sognavo un’istallazione di debian. quanto ad archlinux, brrr, provato, ma sono definitivamente ancora troppo utonto :D

  • Franky

    Un imprenditore agisce da imprenditore e non certo nella filosofia hacker :)

    Onestamente non uso Ubuntu per motivi tecnici e la filosofia di una distro è fondamentale.

    È ovvio che il parere di esperti abbia più peso di altre persone, però non si può liquidare così la comunità.

    • ukay

      beh ma un imprenditore guarda anche al prodotto che ne esce e all’interesse che suscita nella clientela :)

  • abba

    Ubuntu dopotutto è sviluppato in collaborazione con gli utenti stessi, ma Canonical non è un paese senza regole in chiunque fa ciò che vuole: quella non è democrazia, è demagogia (in senso aristotelico = il governo di tutti)

  • Matteo

    Si può essere d’accordo o meno con queste affermazioni.
    Io però vorrei che il nome ubuntu venga cambiato in qualcosa d’altro (Markbuntu?), poiché sfrutta un significato filosofico molto serio, usato anche da Mandela, per farsi pubblicità. Ubuntu è il significato ultimo di democrazia, Mark ha detto che ubuntu non è una democrazia? Bene ci cambi il nome!
    p.s. io sono passato a debian testing(più veloce, più aggiornata e più stabile)

    • gna

      Fondamentalmente è quello che ho scritto sotto: se a qualcuno la cosa non piace più, si può sempre fare un fork, anche per un semplice tema imposto. Se questo fork ha “sostenitori” sopravvie, altrimenti muore. E’ la bellezza di questo mondo. Per quanto riguarda il nome “ubuntu” hai ragione, una affermazione del genere non si lega bene con il nome della distribuzione; ma veramente c’era qualcuno che credeva che Mark spendesse milioni di dollari per spedire gratuitamente i cd a casa in tutto il mondo e poi lasciava decidere il marketing direttamente alla comunità? Forse è meglio lasciarlo fare, se lui ha ragione toglierà utenti a MacOS (mi pare questo l’obiettivo), se non si è più d’accordo con lui, si cambia distribuzione o si fa’ noi stessi un fork.

  • gnoled

    per me ha perfettamente ragione!il punto è:a cosa serve fare un cambiamento del genere,se poi il 70% degli utenti farà di tutto per riportare tutto come prima?

  • alberto

    Mi sembra una discussione sterile.
    La Slackware, che nessuno può minimamente tacciare di filosofia anti open-source, fino a poco tempo fa era il “giocattolo” di un vero e proprio dittatore. Era lui che la sviluppava ed era lui e solo lui che decideva come e quando. Ora la situazione è in parte cambiata, c’è un team, la monarchia assoluta è diventata una oligarchia, ma le decisioni finali sono sempre sue.
    Non che non accettasse/accetti feedback da parte degli utenti, semplicemente aveva (ed ha) una sua visione/filosofia della distro e qualunque cosa vada contro viene rigettata.
    Archlinux: molti utenti si sono lamentati del passaggio (ritenuto prematuro) a kde 4: gli sviluppatori sono andati avanti comunque e penso che la storia stia dando loro ragione.
    Per quanto riguarda il kernel,la situazione è la stessa: cosa inserire è questione esclusiva di Torvalds e di una ristretta cerchia di sviluppatori. Kon Kolivas vi ricorda qualcosa?
    Seguire i feedback degli utenti è fondamentale, ma è vitale avere un timone fisso in una direzione stabilita. Si chiama pianificazione: l’alternativa è il caos.
    E forkare una distro perchè non ti piacciono come sono sistemati i pulsanti delle finestre… è demenza pura.
    Ciao a tutti

    • gna

      Pensieri dementi ne avrai tu che non riesci a vedere oltre la siepe.
      Il mio discorso era chiaramente più ampio. Lo ripeto. Se qualcuno non riesce ad accettare certe scelte (o modello di funzionamento di un certo tipo di governo, Monarchia assoluta, oligarchia, ecc, per dirla come la dici tu), dopo aver cercato di portare dalla sua gli altri con delle motivazioni, se non riesce, non può far altro che fare un fork, o smetterla di insistere. E’ il bello dell’opensource/free software. Diversamente, nessuno può influenzare le scelte di Microsoft Word. Il che non significa che uno debba fare un fork invece di cambiare il tema dopo l’installazione, ma se una “azienda” com ubuntu ha una filosofia che non si riesce più ad accettare allora il fork rimane l’unica alternativa. Ultimamente Ubuntu ha ricevuto più di una critica: ad un certo punto bisogna smetterla di criticare e se necessario fare il fork, oppure tacere ed accettare le scelte altrui (c’è più di una distribuzione derivata da ubuntu). In definitiva siamo sostanzialmente d’accordo, ma non darmi del demente, perché non è vero ed io non l’ho dato a te.

  • Tangram

    Secondo me è vero che Canonical non è una democrazia in senso stretto, ma se il concetto “Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti” è valido ancora, allora perché ignorare il parere di tanti utenti? Oggi sui tasti
    delle finestre e domani su altro. Giusto che ci sia meritocarzia, ma le buone idee, i buoni suggerimenti possono arrivare anche da chi non rientra tra gli sviluppatori o tra i superesperti.

  • Isacco Badeschi

    Per me ha ragione, non possono essere i dementi a prendere decisioni, ma persone che lavorano per ubuntu o che almeno siano molto qualificate.