>
MENU
zemlin

Linux-Fondation: il pinguino azzannerà Windows sui notebook

sex

Depressione? La causa è il sesso, quello su Internet

3 novembre 2008 Visualizzazioni: 506 Business

Shuttleworth: anche Canonical è in crisi

In un’aria di crisi economica generale, anche Canonical, Ubuntu e Mark Shuttleworth hanno dovuto piegarsi sotto i colpi della recessione. In realtà, quella dell’azienda che sponsorizza lo sviluppo della famosa distribuzione GNU/Linux è una situazione al dir poco delicata e per la prima volta il suo fondatore è uscito allo scoperto. Cosa ci riserverà il futuro?


Il problema è semplice da spiegare. Quando si offre software libero è poi difficile creare un modello di business in grado di bilanciare le uscite per sviluppatori, eventi, campagne di marketing e quant’altro. E questo succede anche quando alle spalle c’è un milionario come Mark Shuttlewoth. “Purtroppo quella legata al software libero non è un’attiva molto remunerativa, anzi non lo è per niente. In realtà non ho mai pensato che vendere pacchetti software potesse aiutare un’azienda come la nostra a sostenersi economicamente”. Parole forti e ricche di significato.

“L’unico modo per trarre dei profitti dal software libero è quello di vendere dei servizi e supporto specializzato. Sia chiaro: attualmente non c’è il benchè minimo problema da parte mia a continuare a finanziare Canonical per altri tre o cinque anni. Siamo in crisi, è vero, ma io ho la pazienza necessaria per guardare oltre questa crisi. Può anche darsi che sia un bene per la nostra azienda. Non siamo in attivo, abbiamo molte uscite ma la nostra offerta si adatta alla perfezione a tutti coloro che vogliono tenere sotto controllo il portafogli”.

A questo punto è lecito farsi delle domande. Cosa succederà se, fra cinque anni, Canonical non avrà ancora trovato un modello di business in grado di sostenerla? Che fine farà la distribuzione che, nel bene e nel male, ha aiutato notevolmente il pinguino ad espandersi a livello globale? Sarebbe una vera e propria sconfitta per tutti. Per il momento non possiamo far altro che incrociare le dita e sperare in un lampo di genio del caro vecchio Mark per risanare la situazione. A pensare che fino a qualche settimana fa si parlava anche di nuove, numerose, assunzioni.

FONTE: Computer World

di Vincenzo Ciaglia - TuxJournal.net

twittergoogle_pluslinkedinmail
  • vac

    Il buon Mark Shuttlewoth ha l’aria di sapere il fatto suo, è evidente: ora inonda il mondo con la sua distribuzione gratuita, poi offrirà supporto a pagamento.

  • anonimo

    1. il supporto e’ a pagamento gia’ da adesso.

    2. che fare se Canonical chiude? si torna da dove ubuntu e’ partita: Debian.

  • noland

    senza programmi commerciali non si va da nessuna parte. Shuttleworth dovrebbe convincere la Adobe a rilasciare le sue applicazioni anche per linux. Altrimenti fra pochissimo il pinguino ce lo ritroviamo solo su netbook e cellulari.

  • bLax

    @vac: si,probabilmente era questo il suo piano iniziale, solo che richiede grossi investimenti iniziali, e al momento non sembra vedere “la luce in fondo al tunnel”, e forse questo tunnel si è un po allungato un po per la crisi economica generale, un po perche non è riuscito a ritagliare uno spazio dove veramente il supporto tecnico serve……nel mercato dei server, dove magari primeggiano redhat e suse, rilasciando comunque progetti open come fedora e opensuse….
    mi auguro vivamente che il suo progetto riceva i meriti dovuti, linux non ha mai fatto parlare tanto di se prima di ubuntu

  • baco

    Da quello che so io dovrebbe esserci un fondo con depositati parecchi milioni di dollari da utilizzare per mantenere Ubuntu nel caso Canonical dovesse cessare l’attività. Amenoché il fondo non fosse depositato alla Lehman Brothersi soldi dovrebbero esserci ancora.
    Speriamo che Ubuntu abbia ancora una lunga vita davanti, senza di esso la diffusione di Linux farebbe un grosso passo indietro e sarebbe proprio un peccato

  • http://simo91.wordpress.com/ simo91

    distribuzione buggata = + supporto = + denaro

  • Marco

    ANCORA QUESTA STORIA!!! ODDIO!!!
    Mark Shuttlewoth intendeva dire che con la “VENDITA” del Sistema Operativo non ci si guadagna nulla , ma che il suo obbiettivo e quello dei servizi, per ora sta immettendo molti soldi per lo SVILUPPO di ubuntu, e che volendo Canonical sarebbe in attivo in un paio d’anni.

    http://punto-informatico.it/2454727/PI/News/linux-sui-desktop-investimento-perdere.aspx

    Punti salienti :
    “La visione di Shuttleworth si potrebbe riassumere nel seguente schema: il software, nel caso di Canonical open source o free, viene offerto a costo zero o quasi. Il guadagno arriverebbe invece dalla fornitura di tutti i servizi accessori: configurazione, manutenzione, personalizzazione.”

    “Shuttleworth chiarisce che attualmente Canonical fa registrare “diversi milioni di dollari” di entrate ogni anno grazie ai servizi di assistenza forniti per la distro (…) , che da soli basterebbero a portarla in attivo entro un paio d’anni al massimo.”

    “Shuttleworth chiarisce che comunque questo non accadrà, e che per arrivare a vedere il pareggio ci vorranno ben più di 24 mesi: il desiderio suo e dei suoi dipendenti è di continuare ad investire su Linux e sul suo sviluppo, così da rendere il prodotto Ubuntu per desktop e server all’altezza della più blasonata concorrenza.”

    “Il papà di Ubuntu si dichiara in definitiva soddisfatto dei progressi ottenuti in questi anni dalla sua creatura, dei 200 dipendenti di Canonical sparsi su 5 continenti e delle circa 8 milioni di installazioni desktop stimate fino ad oggi (…). Ma ribadisce, in conclusione, che non si tratta di un ambiente in cui buttarsi a capofitto per fare soldi facili.”

    Leggete gli articoli, prima di commentare… non è difficile ;-)

    Ciao a tutti.

  • http://www.tuxjournal.net Vincenzo Ciaglia

    @Marco: resta il fatto che è in perdita. In realtà potremo porci una domanda: perchè un’azienda - che attualmente è in rosso - deve uscirsene con dichiarazioni del genere se veramente è in grado di risolvere il tutto in pochi anni? A tal proposito trovo questo pezzo dell’articolo da te segnalato davvero enigmatico: “Shuttleworth chiarisce che attualmente Canonical fa registrare “diversi milioni di dollari” di entrate ogni anno grazie ai servizi di assistenza forniti per la distro (…) , che da soli basterebbero a portarla in attivo entro un paio d’anni al massimo.”

    Che lo faccia, no? Oppure due sono le cose: o Shuttleworth si diverte a bruciare soldi senza un reale ritorno o, sotto sotto, c’è qualcosa di più serio. Altrimenti non vedo a cosa possano servire questi allarmismi.

    Ovviamente questi sono i miei 2 centesimi di euro.

  • Marco

    @Vincenzo
    E’ normale.
    Nessuna start-up riesce a fare ricavi per i primi anni di attività.
    E’ una cosa normalissima.
    Tieni presente che Mark Shuttlewoth è un grande comunicatore. ;-)
    Queste sue dichiarazioni, lasciano il tempo che trovano.
    Piccolo esempio, oltre la Dell anche HP Utilizzerà ubuntu su i suoi netbook di prossima uscita.
    Che significa questo? Significa che se tutto andrà bene e Ubuntu continuerà a crescere, tra qualche anno sarà una valida alternativa a Windows, e avrà una diffusione enorme .I soldi dal supporto verranno a pioggia.

    ;-)

  • http://www.tuxjournal.net Vincenzo Ciaglia

    @Marco: è quello che speriamo tutti.

  • PierdiCarlo

    Secondo me sta fallendo tutta la Canonical e questo creerà una voragine enorme nel mondo Linux. Chi aveva abbandonato winzoz per Ubuntu si sentirà tradito e installerà Vista sui propri sistemi un po’ per vendetta un po’ per masochismo depressivo. Aspettative tradite di chi pensava di avere trovato una valida alternativa, si troverà tra le mani un prodotto obsoleto e senza più alcun sviluppo per decenni, non potendo competere neanche più col nuovo C64-2nd edition. Milioni di persone migreranno come lemming alla ricerca di un burrone da cui gettarsi. O mio dio!!!!!

  • luca

    uso ubuntu da dapper drake, che dire è sicuramente la distro che ha contribuito alla diffusione di linux nei desktop. Canonical è in crisi ok, forse si risolleverà, non lo so, ma a mio modo di vedere le cose, le distro che sopravviveranno economicamente sono quelle che hanno alle spalle una distro commerciale molto usata, parlo di red hat, e quindi fedora avrà lunghissima vita secondo me, e poi novell e quindi opensuse…

  • flux

    io sono anche disposto a pagare se mettessero ubuntu in vendita, per esempio a 20-40 euro… perchè no, dovremo fare tutti di tutto per tenere in piedi ubuntu, dobbiamo ringraziare canonical se oggi linux è un fenomeno globale ed e ubuntu e conosciuta anche dai non nerd

  • chetefrga

    lato desktop mancano tutti i software di adobe e un cad degno, lato server manca il supporto ad asp.net.
    gimp, openoffice,qcad,etc… non fanno le scarpe a photoshop, ms office, autocad, e mancano poi completamente qualcosa di simile a flash
    il supporto di .net da parte di mono è ridicolo.
    linux affonderà sempre più

  • marco

    Se non c’è più ubuntu ci sono altri… chissenefrega, anzi io spero che gli sviluppatori si leghino al progetto debian che credo sia la cosa migliore. Linux si stava iniziando a diffondere alle masse forse ancora prima dell’ affermazione di ubuntu grazie a fedora, mandriva, al sempre più facile ed immediato uso delle interfacce grafiche come kde e gnome e alla presenza stabile in ogni distribuzione di un gestore dei pacchetti come yum o dpkg. Ubuntu è una distro di gnu-linux! Più che un windows alternativo direi un nuovo modo di fare le cose, che non terminerà davvero se canonical fallisce.

  • http://arunax.netsons.org Arunax

    Il supporto a pagamento già lo offre… è proprio di questo che si occupa Canonical. Queste frasi significano semplicemente che Canonical ha investito molti soldi in Ubuntu che, NATURALMENTE (essendo la distro distribuita gratuitamente), non sono tornati se non in parte. Quello a cui punta un sistema di questo genere è diffondere Ubuntu abbastanza da superare una massa critica di utenti paganti il supporto; a quel punto anche lo sviluppo della distribuzione potrà essere finanziato senza perdite. È una scommessa su un modello economico alternativo: ha i suoi rischi, e notevoli, ma secondo me è una buona scommessa e ha ottime possibilità di riuscire. Articoli catastrofisti come questo (che è una riproduzione solo parziale dell’intervista) certamente non aiutano a farsi un’idea accurata.

    Comunque, malissimo che vada, essendo Ubuntu sotto GPL, quello che essa ha prodotto verrà sfruttato da altri: qualcun altro prenderà lo scettro e il mantello di “Distro principe per il Desktop” e avremo una nuova Ubuntu.

  • PierdiCarlo

    No, a parte tutto, ovviamente la mia era una provocazione.
    Ovviamente Ubuntu sopravviverà, al limite il suo sviluppo sarà solo rallentato, nulla di più.
    Il software? Quando Adobe e co. vedranno che l’uso desktop di questi sistemi è sempre più diffuso, si sveglieranno, non ti preoccupare.
    Da parte di Microsoft, quelli hanno aiutato con Vista.
    Molti Ubuntu l’hanno scelto grazie al gioiello di zio Bill. Conosco un sacco di persone che erano già stanche dei prodotti winzoz, continue riformattazioni e reinstallazioni, licenze, codici e codicilli. Vista ha dato loro il via libera.
    Linux non morirà mai. Windows non so.

  • gio14

    >lato desktop mancano tutti i software di adobe e un cad degno, lato >server manca il supporto ad asp.net.
    >gimp, openoffice,qcad,etc… non fanno le scarpe a photoshop, ms >office, autocad, e mancano poi completamente qualcosa di simile a >flash
    >il supporto di .net da parte di mono è ridicolo.
    >linux affonderà sempre più

    Io uso per lavoro Gimp Inkscape Qcad e Openoffice(che sono gratis) e di sicuro non rimpiango i vari photoshop, corel o office e come cad uso Pro/e (che gira su Linux) e che al suo confronto autocad è un giocattolo

  • botero

    @chetefrga a te manca piu’ di qualcosa!

    Se fosse come tu dici allora in tutti quegli ambiti in cui non si ha bisogno di adobe e cad dovrebbe esserci gnu/linux… O almeno dovremmo vedere mac os x diffuso come windows… Si dicono sempre le solite cose prive di fondamento…!

    E’ molto semplice, linux non si diffonde perche’

    1) Il modello preponderante e’ windows-like ( pensa solo all’enorme differenza nell’installazione di un driver tra i due sistemi) il quale è installato sul 90% (e mi tengo basso) del parco macchine mondiale. Cio’ e’ dovuto ad una politica estremamente aggressiva della Microsoft che sfrutta una posizione di mercato dominante.

    2)Le persone che sanno usare il pc in maniera decente e’ la minoranza della popolazione per un fatto molto semplice: la nostra societa’ e’ vecchia! Infatti linux si sta imponendo nei numeri come una valida alternativa nei paesi emergenti dove la popolazione e’ mediamente piu’ giovane. Oggi molti ragazzi con l’avvento della rete si buttano sul pinguino formando una cultura unix-like su larga scala.

    Penso che Mark Shuttleworth debba considerare la recessione mondiale anche come un vantaggio da sfruttare perche’ spinge al risparmio ed Ubuntu, almeno in quelle realta’ che non hanno grandi pretese potra dire la sua in termini di diffusione. A quel punto, forse, Canonical dovrebbe dotarsi del coraggio che ebbe Red Hat, caratterizzando fortemente la sua offerta con servizi in chiave desktop attraverso la progettazione di un paio di killer application su cui creare utile. La strutturazione di diversi livelli di certificazione e di formazione sono essenziali per qualsiasi discorso, cosa a cui la Canonical pare lavorare.

  • nonavetelettolarticolo

    La domanda e’: avete letto tutta l’intervista originale o no?
    Articolo a dir poco ridicolo, titolo catastrofico come la nuova cultura dell’informazione insegna.
    E’ ovvio che distribuire pacchetti gratis e spedire DVD gratis non rende.
    Dove sarebbe la sorpresa? Dove e’ il collegamento con la crisi?

    Ubuntu deve ancora ritagliarsi un suo spazio come distribuzione aziendale per poi guadagnare con i servizi, ma Ubuntu e’ stata fatta come un regalo all’umanita’ da un milionario. Poi e’ chiaro che se la crisi colpisce le sue finanze allora puo’ diventare un problema per Mark continuare a finanziare il progetto.. ma Canonical nasce come progetto in perdita.
    La speranza e’ che Canonical arrivi a guadagnare abbastanza da’ puoter reinvestire in Ubuntu..

  • http://www.ubuntu-it.org iced

    Articolo superficiale.

    Se Canonical non dovesse più sostenere Ubuntu, ci sarà la Ubuntu Foundation, dotata dal buon Shuttleworth di 10 milioni di dollari nel 2005. Quei soldi per ora non sono mai stati utilizzati.

    Prima di scrivere articoli così superficiali sarebbe meglio informarsi.

    http://www.ubuntu.com/community/ubuntustory/foundation

  • http://www.tuxjournal.net Vincenzo Ciaglia

    @iced - nonavetelettolarticolo: evidentemente non avete letto la mia ultima risposta.Ci tengo a precisare che qui nessuno si augura la morte di Ubuntu, anzi.

  • http://www.ubuntu-it.org iced

    @vincenzo

    ok

  • Perdicarlo

    Si ma non c’è bisogno di alzare il tono della discussione, bisogna ascoltare i pareri di tutti altrimenti diventiamo meno liberi del software che usiamo

  • Federico

    Beh incominciamo noi a sostenere come si deve il software libero con tutte le persone che conosciamo sia che siano utenti o utonti di PC.
    Reclamizziamo soprattutto solo hardware libero come openmoko.
    Acquistiamo solo hardware libero: vedi http://www.fsf.org
    Ubuntu ne beneficerà di conseguenza e con esso canonical