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3 luglio 2007 Visualizzazioni: 201 Business

Schwartz, Torvalds, Sun e la GPLv3

Il CEO della Sun, Jonathan Schwartz, durante un intervento presso la Burton Group Catalyst Conference ha preferito non rispondere sull’eventuale adozione della GPLv3 da parte della sua società. Tuttavia ha fatto chiaramente trapelare, attraverso le sue risposte, quali siano le sue fantasie e i suoi desideri riguardo alle licenze open source.

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“Vorrei avere una licenza uniforme per ogni cosa che sviluppiamo. In questo modo se pensi a Sun, e ai suoi prodotti, puoi subito dire ‘Oh, conosco la situazione, conosco la Sun’“, ha dichiarato Schwartz. Tuttavia non ci è dato sapere a quale tipo di licenza si stesse riferendo. Per questo tipo di evenienza, la Sun, ha sviluppato la propria licenza: la Common Development and Distribution License (CDDL).

A quanto pare il desiderio del CEO della Sun sembra essere quello di creare un’unica licenza per tutti e fare in modo che tutti la leggano, e che soprattutto la comprendano nella sua interezza, prima di usare il software che tutela. A tal scopo Schwartz ha portato l’esempio della licenza di Mozilla: “Andate a leggere la licenza di Mozilla. E’ veramente molto difficile per una società internazionale capirci qualcosa o utilizzarla, visto che è solo per gli Stati Uniti. Cosa dire ai cinesi? Scusate ma per utilizzare questa licenza, o questo software, dovete trasferirvi a Santa Clara“, ha concluso ridendo.

Sempre sul tema delle licenze qualche settimana fa c’è stato uno scambio di battute tra Torvalds e lo stesso Schwartz. Torvalds era convinto, e forse lo è ancora, che è un eventuale rilascio del kernel di OpenSolaris sotto licenza GPLv3 è sicuramente una buona notizia per tutta la comunità eccetto per il fatto che gli sviluppatori di Schwartz, in questo modo, potranno utilizzare parti del kernel di Linux senza dare nulla in cambio.

La risposta del CEO non si è fatta attendere. Il giorno successivo alle dichiarazioni di Torvalds, Schwartz ha scritto sul suo blog: “Tutto ciò che vogliamo è lavorare insieme, unire la nostra comunità e i nostri sforzi. Non abbiamo nessuna intenzione di prendere parti del kernel di Linux senza dare nulla in cambio. Per provare la sincerità di queste mie parole ti invito [ndr. a Torvalds] a cena per discuterne“.

Speriamo ne esca qualcosa di buono, non tanto per una nuova licenza comune ma per una collaborazione tra i due sistemi operativi e le relative migliorie che si avrebbero su entrambi i fronti.

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