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30 aprile 2008 Visualizzazioni: 265 Business, Focus

Per il 70% degli utenti Red Hat è più sicuro di Windows

Secondo il recente studio effettuato dai ricercatori della Standish Group, sono emerse delle notizie che faranno gioire non poco in casa Red hat.


Il team, durante l’ultimo quinquennio, ha studiato ed analizzato i dati che riguardavano l’adozione da parte delle società di materiale open source. I risultati ottenuti dalle persone intervistate, fanno emergere come i fattori che determinano l’utilizzo di materiale open a discapito di quello closed, sia essenzialmente tre:

  • riduzione dei costi;
  • migliore affidabilità e sicurezza;
  • sviluppo del software in maniera più veloce.

Da quanto si può leggere dalla relazione, l’impiego di software open source riduce il costo iniziale dei nuovi progetti da sviluppare. A livello di budget aziendale - soprattutto quando è molto limitato -, effettuare una scelta su di un determinato software non è banale, sapendo che il costo di quest’ultimo può far pendere la bilancia verso un “sì” od un “no”. L’utilizzo di materiale open source, data la sua natura, permette di poter far approvare favorevolmente l’impiego di quest’ultimo, soprattutto in virtù di due ragioni fondamentali per il bilancio aziendale:

  • nessun costo di licenza;
  • nessun costo di aggiornamento.

La prima conseguenza derivata da questa scelta riguarda una migliore gestione delle risorse monetarie.

Il secondo fattore che determina la scelta di materiale open source, è dettato dalla sicurezza, tema centrale e fondamentale, da cui nessuna azienda nè privato può prescindere. In questo campo, è emerso che oltre il 70% degli intervistati ha dichiarato che il sistema operativo di casa Red hat è meno vulnerabile ai problemi di sicurezza rispetto al concorrente di casa Microsoft.

Ma non solo: interrogati sulla qualità e l’affidabilità, il 66% per cento delle persone hanno affermato che per loro le due aziende offrono un sistema operativo equiparabile e di non notare enormi gap tra i due prodotti. Il terzo fattore di scelta, riguarda l’adattabilità del software open source. Partire da un software già esistente e modificarlo per adattarlo ai propri scopi, permette di incrementare in maniera sensibile la velocità di sviluppo del progetto stesso.

Utilizzare software open source, permette di avere non solo dei vantaggi a livello di codice, ma anche a livello di documentazione, requisiti e supporto tecnico, tutti fattori determinanti per la creazione di un ottimo prodotto da proporre ai clienti.

Nonostante i fattori sopracitati, il team di Standish evidenzia come l’impiego di software libero sia ancora visto con scetticismo. Molte aziende, infatti, non nutrono molta fiducia nell’adottare il processo di migrazione che porta all’utilizzo di software open source e pertanto lasciano decadere l’idea. Ben il 78% degli intervistati ammette che le loro aziende sono moderatamente o scarsamente qualificate per poter effettuare una migrazione totale delle proprie infrastrutture su materiale open.

Eppure, Standish fa emergere come l’adozione dell’open source da parte delle aziende, genererebbe un risparmio di svariati bilioni di dollari, sia per loro stesse che per i clienti.

Il blocco che si ha nei confronti di questa tecnologia è puramente mentale, una sorta di “paura dell’ignoto” che in realtà non è così “ignoto”. Insomma, superato il primo impatto negativo, l’utilizzo di materiale libero potrebbe portare enormi vantaggi a tutti. Tranne a Bill Gates.

di Gianfranco Limardo - TuxJournal.net

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  • Marco

    eh si.. Get the facts :)

  • paolo

    concordo !! e’ anni che uso CentOS sui server e mai un problema di sicurezza e stabilita