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11 dicembre 2013 Visualizzazioni: 528 Al Bar, Copertina

“Microsoft è una prigione”: parola di FSF

La casa di Redmond ha promesso di migliorare la protezione dei dati sensibili. Ma la Free Software Foundation definisce Microsoft una prigione: come può un’azienda che produce software proprietario essere trasparente con i suoi utenti?


I recenti scandali che riguardano l’NSA (National Security Agency) hanno fatto aprire gli occhi a tutti i grandi nomi del mondo dell’informatica e, chi più chi meno, ha adottato delle nuove politiche che mirano a difendere a denti stretti la privacy degli utenti. O, per lo meno, è quello che vogliono lasciare intendere. Un esempio è Microsoft che ha recentemente promesso di proteggere maggiormente i dati degli utenti memorizzati nei suoi server.

Ma, ecco arrivare un intervento della Free Software Foundation che, senza essere troppo di parte, in realtà afferma la pura verità. Come può un’azienda che distribuisce software proprietario assicurare agli utenti la massima trasparenza e la non divulgazione dei dati personali? Come può l’utente verificare che non si trattino di semplici promesse ma della realtà? Un po’ difficile se non si può dare un’occhiata al codice. Vero?

Microsoft ha promesso maggiore protezione dei dati. Alla fine, queste promesse sono prive di significato. Il software proprietario come Windows è fondamentalmente insicuro non a causa delle politiche sulla privacy di Microsoft, ma perché il suo codice è nascosto.

Queste le parole di John Sullivan, direttore esecutivo della Free Software Foundation, che non ha perso l’occasione per definire Microsoft una sorta di prigione per i suoi utenti. Un messaggio molto più che chiaro: se vogliamo tutelare i nostri interessi non abbiamo alternativa al Software Libero.

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Fonte: Softpedia

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