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OpenOffice.org: non è un Guinness, ma è un record

14 ottobre 2008 Visualizzazioni: 958 Focus, Software

L’installazione di OpenSuse 11.1 Beta 2 passo dopo passo

Credo di essermi ormai ritagliato il ruolo del collaudatore di installazioni e di software, visto che molti dei miei contributi su TuxJournal riguardano questi argomenti. È uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare, avrebbe detto John Wayne in un film western di mezzo secolo fa. Questa volta parliamo di OpenSuse 11.1 Beta 2.

Le prove di installazione di sistemi operativi sono effettuate tutte su VirtualBox 2.02, in condizioni generalmente costanti: alla nuova macchina ho riservato un Gigabyte di Ram e un hard disk da otto Gygabyte a espansione dinamica; attivo poi il lettore di CD e le porte USB e condivido una cartella sull’hard disk della macchina ospite.

Protagonista di oggi una distribuzione alla quale sono particolarmente affezionato: si tratta di OpenSuse, distro che ritengo essere in possesso del miglior programma di installazione e di gestione del sistema: Yast 2 è completo, potente (si può usare anche da linea di comando) e intuitivo, facile da usare. Perdonate l’ardito paragone, ma sembra quasi il pannello di controllo di Windows Xp, con molte più possibilità di intervento.

Bando alle ciance, entro nel vivo: creata la macchina virtuale, al boot ho indicato a VirtualBox di usare come device l’immagine ISO del DVD di installazione di OpenSuse 11.1 Beta 2, scaricata da questo indirizzo. Soliti convenevoli e, finalmente, parte l’installazione; l’aspetto grafico è molto ben curato, come d’abitudine per la distribuzione che ha il camaleonte come emblema: diverse tonalità di verde e di grigio. D’accordo, non c’entra nulla con la funzionalità ma anche l’occhio vuole la sua parte.

All’inizio appare una finestra che avvisa che sono in presenza di una versione beta, e che, quindi, se proseguo nell’installazione lo faccio a mio rischio e pericolo. Sprezzante delle insidie, proseguo con la scelta della lingua e della tastiera. In questa stessa schermata si deve barrare l’accordo di licenza con Novell, con il quale ci si impegna a non includere la distribuzione in altri pacchetti commerciali. Ho letto di sfuggita i termini dell’accordo e, tutto sommato, mi pare non siano violati i principi della GPL, anche perché, in caso contrario, la distribuzione non avrebbe potuto essere rilasciata con questa licenza.

La finestra dell’installer è divisa in due parti: nel frame di sinistra è mostrato lo stato di avanzamento dell’installazione, nel riquadro principale compaiono le informazioni sulle operazioni in corso.

La finestra successiva chiede di indicare se si tratta di una nuova installazione, di un aggiornamento o della riparazione di un sistema già installato. Scelgo “Nuova installazione” e premo il pulsante “Prossimo”.

Il passo seguente è la scelta del fuso orario; resto un attimo a osservare il planisfero in religioso silenzio. Se vi chiedete perché affermo che la OpenSuse ha una grafica di livello superiore ad altre distribuzioni, andate a confrontare l’immagine che segue con la corrispondente schermata della scelta del fuso orario nell’articolo Ubuntu 8.10 Intrepid Ibex: anteprima del nuovo setup; signori, giù il cappello, qui siamo proprio su un altro pianeta.

Passo alla scelta dell’interfaccia; le possibilità sono tre: “Gnome” (la versione 2.24), “KDE 4.1” e “Altro”, voce sotto la quale sono raggruppate KDE 3.5, XFCE, X Window minimale e l’interfaccia testuale. Scelgo KDE 4.1 perché voglio vedere a che punto è arrivata l’evoluzione di questo desktop manager … giudizio sospeso: è carino, molto d’effetto, ma ancora non riesce a convincermi della sua superiorità su KDE 3.5.

È venuto il momento al quale tutti i neofiti guardano con più timore: il partizionamento dell’hard disk; il sistema propone la classica suddivisione in tre partizioni: swap, root e home. Poiché lavoro su macchina virtuale, non ho problemi di sorta nell’accettare le impostazioni predefinite, quindi proseguo spensierato. Colgo al balzo l’occasione per un suggerimento: nel caso si decida di reinstallare il sistema, o di installarne uno nuovo, o, comunque, di aggiornarlo o di ripararlo, non è necessario ripartizionare e formattare la partizione home. Basta, infatti, intervenire sulla sola partizione root e i nostri dati non saranno assolutamente toccati (meglio, comunque, fare sempre un backup).

Si passa poi alla creazione del nuovo utente; per impostazione predefinita sono barrate le caselle “Usa questa password per l’amministratore root” e “Login automatico”: la mia paranoia mi spinge a deselezionarle entrambe, quindi, nella schermata successiva, dovrò inserire anche una password per root.

La pressione del tasto “Prossimo” ci porta alla finestra di riepilogo dell’installazione; non c’è ancora nulla di definitivo perché le singole voci della procedura possono essere modificate, semplicemente andando a cliccare sul link che le identifica oppure sul sottostante pulsante “Modifica”.

Clicco sulla voce “Software” e mi si apre una finestra nella quale ho la possibilità di scegliere quali pacchetti installare o disinstallare. I programmi spuntati sono quelli che saranno inclusi nell’installazione; per scartarne qualcuno basta cliccare per togliere la spunta corrispondente. Una breve sosta del puntatore del mouse su una voce dell’elenco fa aprire una finestra nella quale appare una descrizione del pacchetto in questione, per aiutarmi nella scelta.

La divisione in “Modelli” (ad esempio “Tecnologie di base”, “Ambienti grafici”, “Sviluppo” eccetera) facilita la ricognizione dei software installati e installabili. I software proprietari (software proprietari in una distribuzione Linux? E che ci fanno?), come, ad esempio, Real Player. Acrobat Reader o Flash Player, sono raggruppati in un modello a sé stante, per poter essere immediatamente individuati.

Al termine di tutte le operazioni, appare una nuova finestra che informa che tutte le informazioni per effettuare l’installazione sono state raccolte; se si preme il tasto “Installa” si da il via alla procedura che porterà OpenSuse 11.1 sulla macchina, mentre, se si hanno dubbi, incertezze o pentimenti, il tasto “Indietro” consente di tornare alla finestra “Impostazioni dell’installazione” per le eventuali modifiche.

Posso seguire la fase di installazione nella finestra successiva, che mostra i dettagli delle operazioni in fase di svolgimento. Non spaventi la parziale localizzazione dell’interfaccia: in fondo è pur sempre una Beta 2 ed ero stato informato di questo fatto.

Terminata l’installazione dei pacchetti software, iniziano le procedure finali, durante le quali, ad esempio, si installa il boot manager (Grub per impostazione predefinita) e si prepara il sistema per il primo avviamento.

L’installazione è finita e, anche in questo caso, è durata circa mezz’ora e non ha portato particolari problemi. Durante il primo avvio ho provveduto all’installazione delle Guest Additions di VirtualBox, che consentono il passaggio del mouse dal desktop della macchina virtuale a quello dell’ospite all’altro senza ulteriori formalità; ovviamente le Guest Additions hanno anche altre funzionalità, come la possibilità di usare la macchina trasparente, per mostrare il desktop dell’ospite.

Ma questa, come direbbe Lucarelli in Blu Notte, è un’altra storia.

di Mario Govoni - TuxJournal.net

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  • Leolas

    Come dire… Ottimo articolo!!!

    Forse mi ha convinto a provare OpenSuse ;)

  • Ian

    Ottimo articolo…artcolato!! Mi hai convinto a provarlo! Però solo una cosa,è possibile in opensuse installare programma con estensione .deb?

    Grazie per la risposta

    Ciao!

  • MaGo

    @Leolas
    c’è un “forse” di troppo :)

    @Ian
    certo che sì; in fase di installazione, oppure a distro impiantata, installa il pacchetto apt, del quale ti incollo la descrizione:
    “apt - A port of Debian’s apt tools for RPM based distributions

    A port of Debian’s apt tools for RPM based distributions.It provides the apt-get utility that provides a safe and simple way to install and upgrade packages. APT features complete installation ordering, multiple source capability and several other unique features.”

    Non ci giurerei, non ricordo, ma credo di averlo usato per installare qualcosa :)

    Ciao

  • Leolas

    @MaGo

    XD eheh

    Ma già io devo formattare Ubuntu almeno 2-3 volte all’anno perchè ci scasino sempre, non so cosa accadrebbe con una distribuzione diversa ;)

    In ogni caso, intanto me lo installo sulla VM

  • Ian

    Grazie MaGo!!!

    Ciao

  • http://www.mylinux.org(inattivoancora,masarinteressante!) matrobriva

    Io l’ho installata: è meravigliosa ma kde4 si impalla sempre!!! e non ha preinstallato il modulo hplip e cups(cavolo!)

  • http://http://giardinodelmago.blogspot.com/2008/10/business-e-open-source-si-pu.html MaGo

    In effetti KDE 4 mi sembra ancora un po’ acerba.
    Sulla mia installazione ci sono sia cups che hplip, quindi mi sembra strano che tu non li abbia trovati preinstallati.

  • http://www.mylinux.org(inattivo) matrobriva

    @MaGo: ho installato openSuse da cd,cmq dove li posso trovare???