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Firefox OS snobbato negli USA. Parola di ZTE

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Qualcuno provi a mettere in crisi Linux…

4 novembre 2014 Visualizzazioni: 458 Al Bar, Copertina, Software

La Cina dice no a Windows: 100% Linux entro il 2020

Il governo cinese non ne può più di Windows e delle sue innovazioni che rallentano la produttività. Il nuovo obiettivo è una migrazione totale a Linux entro il 2020.


Il mondo sta aprendo gli occhi, almeno quando si parla di informatica. Un numero sempre più elevato di enti pubblici, aziende e singoli utenti sta (lentamente) abbandonando soluzioni proprietarie per migrare al Software Libero e all’Open Source. Non suona come una novità, infatti, leggere di enti pubblici che lasciando Microsoft Office, ad esempio, per accogliere a braccia aperte LibreOffice. E lo stesso discorso vale per il sistema operativo. Il progetto LiMux (portato avanti dal comune di Monaco di Baviera) ne è un esempio lampante.

Tale tendenza, però, non è limitata alla sola Europa, ma si estende fino all’Estremo Oriente. Come alcuni di noi sapranno già, infatti, il governo cinese ha da tempo stretto accordi con Canonical per la realizzazione e la distribuzione di Ubuntu Kylin, una specifica release di Ubuntu appositamente studiata per il mercato cinese. Ma ciò alla Cina non basta. Le autorità cinesi non ne possono più di Windows 8, così come di Windows 10. La sua interfaccia grafica mette profondamente in crisi tutti i lavoratori e dunque dai piani alti del governo cinese arriva un’interessante proposta: tutti i PC presenti in Estremo Oriente saranno equipaggiati con una qualche distro Linux entro il 2020.

Certo, si tratta solo di una previsione, considerato che il governo cinese ha facoltà di scelta unicamente per quelle macchine utilizzate negli enti pubblici e non di certo sui PC personali dei cittadini. Sta di fanno che, almeno lato pubblica amministrazione, il governo ha letteralmente vietato l’uso di Windows 8 proprio per alcune preoccupazioni circa lo spionaggio.

Quello che ci fa piacere, però, è quest’apertura sempre maggiore al mondo Linux e, più in generale, all’Open Source. Speriamo davvero che qualcosa possa cambiare e le mosse di Microsoft, congiuntamente ai passi in avanti fatti dai software Open e alle distro Linux, non fanno altro che accelerare questo processo globale di migrazione.

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Fonte: Maximum PC

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  • http://deasproject.altervista.org/blog/ Dea1993

    magari tutti gli stati prendessero esempio.
    rimuovere totalmente office con libreoffice gia sarebbe un passo enorme, perchè vorrebbe dire non essere più obbligati a scegliere per forza microsoft office per non aver problemi con i formati.

    poi il secondo passo è mettere linux in tutte le pubbliche amministrazioni così che sempre più sviluppatori tengano in considerazione linux.

    ora che ci sono sempre più giochi anche di una certa importanza, pensa se arrivassero anche software come la suite adobe, autocad, ecc… in futuro si arriverebbe davvero al punto che a scopo lavorativo e casalingo, un OS varrebbe l’altro tanto le stesse applicazioni sono disponibili, e allora uno avrebbe la libertà di passare a linux dimenticandosi di windows

    • freestyle72

      ancor meglio nelle scuole in modo da creare utenti responsabili per il domani!