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Il 2008 anno open source ?

Torvalds e i suoi dubbi sulla GPLv3

12 giugno 2007 Visualizzazioni: 501 Business

La causa delle troppe distribuzioni Linux

L’universo GNU/Linux è stato spesso criticato per l’eccessiva presenza di distribuzioni che, a volte, non fanno altro che disorientare l’utente al momento della delicata scelta della distribuzione che fa al caso proprio, sicuramente il momento più importante. Proviamo a dare insieme una risposta a questa situazione.

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Diciamoci la verità: esistono troppe distribuzioni GNU/Linux. Fra un po’ di tempo nemmeno distrowatch.com riuscirà più a tenerne il conto. Ne esistono tante, tutte troppo simili, tutte la copia di un’altra, tutte basate sulle stesse e più blasonate distribuzioni. Ma a cosa servirà mai questa situazione ?

Leggendo questo post mi sono chiesto anch’io il perchè della così sempre più crescente mole di nuove proposte. Secondo l’autore il perchè di questa situazione è facilmente imputabile alla concezione, tutta linuxiana: “Se non vi piace ciò che stiamo facendo, provate a farlo da soli“.

Sinceramente mi trovo d’accordo con l’opinione dell’autore, convinto sul fatto che le uniche distribuzioni degne di tale nome sono solamente Gentoo, Slackware, Debian e RedHat. Le uniche quattro che hanno un modo tutto proprio di gestire pacchetti e sistema. Proprio sulla base di quest’ultime si sone create, nel corso degli ultimi anni, talmente tante distribuzioni da far impazzire tutti i nuovi utenti del pinguino alla disperata ricerca della distribuzione dei sogni, che effettivamente non esiste.

Ovviamente tutto questo è causa della tanta libertà alla base del software libero. Ognuno può fare ciò che vuole, anche modificare e ridistribuire una intera distribuzione. Tuttavia mi chiedo se questa completa libertà, nello specifico caso delle distribuzioni, possa limitare la crescita dell’intero movimento. Non è meglio crearne una, al massimo due o tre, e concentrare tutti gli sforzi per combattere realmente il nemico di casa Microsoft ?

Attendo le vostre opinioni e le vostre eventuali spiegazioni, impressioni sulla presenza di così tante distribuzioni.

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  • http://asdsad Porkys

    Sono d’accordo sulla concentrazione degli sforzi.
    Non è questione di “Se non vi piace ciò che stiamo facendo, provate a farlo da soli“, ma credo che sia piuttosto un tentativo di imporre il proprio sistema a tutti i costi, anche a costo di avere un solo utente.
    Ognuno vuole un posto al sole nella propria spiaggia privata piuttosto che un ombrellone insieme ad altre cento persone dello stesso gruppo.
    Egoismo, miopia, tutte caratteristiche molto, troppo umane.

  • http://www.ambienteelavoro.eu Gian Piero Orsini

    Secondo me l’elevato numero di distribuzione è indice di una comunità viva ed in crescita. Il software proprietario impone pochi modelli, la libertà invece regala un’ampia scelta. Meglio essere disorientati di fronte all’abbondanza che orientati di fronte alla monocultura.
    Saluti.

  • mat

    Son daccordo a grandi linee ma non
    vedo cosa ci faccia Slackware in quella
    lista di 4, non mi pare che slackware abbia
    niente di realmente unico/innovativo/utile,
    mentre ci metterei dentro Ubuntu e derivati solo per la filosofia particolarmente “open”
    (si impegnano per essere facili e quindi accessibili a tutti)

  • http://www.yap.it Bobonov

    “….Gentoo, Slackware, Debian e RedHat. Le uniche quattro che hanno un modo tutto proprio di gestire pacchetti e sistema.”

    Siccome non se ne conoscono altre non è detto che siano le uniche.
    Se vuoi te ne cito altre che utilizzano pacchettizzazioni dedicate della distribuzione.

    Se poi vogliamo eleggere una distribuzione in base al suo gestore di pacchetti….. bhe poveri noi.

    Sicuramente è un aspetto importante ma non fondamentale. Ogni distribuzione si basa su approcci e filosofie diverse.
    Chi punta tutto sulla stabilità e la sicurezza, chi sull’ottimizzazione e le prestazioni, chi sulla facilità d’uso, chi sulle ultimissime novità.

  • anonimo

    d’accordo, le principali distro sono circa mezza dozzina (non le cito per evitare inutili flame: quella si, qeulla no, hai dimenticato la mia preferita etc).
    Ma il bello e’ che se ne hai le capacita’, seil LIBERO di creartene una completamente tua!
    Preferisco SCEGLIERE la mia distro, non subire imposizioni.
    Di troppa liberta’ non e’ mai morto nessuno, della sua assenza, si.
    Quando iniziai mi feci un giro tra slack, suse, redhat, debian, mandrake…. valutai, riflettei, presi una decisione.
    Ci misi un po’ di tempo, ma alla fine ho trovato la distro che meglio soddisfa le mie esigenze.
    Windows e macOS vengono cosi’, prendere o lasciare…. e io li ho lasciati.

  • franz

    La libertà data dall’opensource implica lati positivi e negativi.
    Positivi: c’è un’ampia scelta e un’enorme potezialità di sviluppo.
    Negativi: tanti prodotti simili portano al disorientamento sopratutto dei neofiti.
    Sforzi comuni se ne stanno facendo, come ad esempio il tentativo di creare una base comune fra applicativi gnome e kde.
    Personalmente credo che l’eterogenicità sia utile l’importante è che alla base ci siano degli standard comuni!

    Alle 4 distro citate (Gentoo, Debian, Slachware e Red Hat) aggiungerei la tedesca Suse (l’attuale Novel).

    @mat

    “…mentre ci metterei dentro Ubuntu e derivati…”

    Ubuntu non può essere inserita in questo elenco per il semplice fatto che è anch’essa una derivata, infatti si basa su Debian Sid dalla quale eredita il 95%…tant’è che con Debian puoi ottenere un desktop completo di tutto (chincaglierie come beryl, widget, trasparenze ed effetti grafici vari comprese).

  • http://www.ciaglia.net vciaglia

    @franz
    Il non-inserimento di Suse è dovuto al fatto che inizialmente anche Suse era basata su Slackware. Basta leggere su wikipedia:
    “The SUSE Linux distribution was originally a German translation of Slackware Linux”

  • gino

    Secondo me non importa chi è derivata da chi, attualmente bisogna valutare la popolarità e la crescita della distribuzione e il potenziale che c’è dietro.
    Ritengo che ubuntu sia in assoluto la distribuzione che più rispecchia queste caratteristiche e probabilmente eroderà sempre di più popolarità rispetto a tutte le altre…
    Non so attualmente quale sia la più utilizzata, però considerando la relativa giovinezza di ubuntu devo ammettere che è un caso abbastanza unico e che ha fatto bene a tutta la comunità linux.
    ciao a tutti

  • mat

    Non penso che il problema più grave delle troppe distro sia il disorientamento dei neofiti.
    Il problema più grave è la frammentazione delle risorse umane:
    decine di gestori di pacchetti, gui specifiche per gestori di pacchetti, patch specifiche per distribuzioni, etc.etc.
    Se fin dall’inizio fossero sempre esistite meno di 10 distribuzioni oggi avremmo probabilmente il doppio delle applicazioni…

  • http://www.maliseti.it Andrea

    Secondo il mio modesto parere le molte distribuzioni portano anche ad avere sistemi ottimizzati secondo particolari esigenze mettendo in risalto la sicurezza o la facilità di utilizzo, ad esempio.
    Il fatto che ne esistano troppe è forse vero, ma credo che sia anche il bello del mondo gnu-linux… in un certo senso è come andare dal gelataio: tanti gusti per tutti i gusti!
    Altra cosa è poi considerare la qualità del prodotto…

  • Mazzulatore

    Arch linux non fa parte delle distribuzioni pure?

    e comunque Ubuntu rompe un po’ questa situazione del “provate a farlo da soli” dato che ci sono varianti per coprire un po’ tutto il panorama di applicazioni non necessariamente creando distribuzioni distinte (leggasi ubuntu-studio, server, mobile non appena quest’ultima sarà matura).

  • Lorenzo

    Sarebbe il caso di smetterla di sciupare tempo e risorse in 200 distro diverse, in discussioni idiote su che cosa è meglio tra KDE o Gnome.
    Usiamo le risorse per:
    Migliorare i driver video e di stampa. Siamo ancora a anni luce di distanza.
    Rendiamo INUTILE il terminale per chi NON lo vuole usare.
    Sarà anche uno strumento potentissimo, ma l’utente normale NON lo vuole, non lo sa usare e non gli interessa. Deve avere la possibilità di non usarlo.
    Siamo ancora molto distanti.

  • Lke

    no, non sarebbe per niente meglio concentrare gli sforzi.
    sbagli su 4 cose:

    1-ci fossiliziamo su poche distro. i cambiamenti delle suddette sono pochi, per certi cambiamenti sono meglio le distro nuove.
    2-senza distro nuove chi testa nuove funzionalità che romperebbero la base della 4 distro da te citate? sarebbe come mettere PAM e un package manager a slackware… non è più quella, ti serve per forza un fork.
    3-“combattere microsoft”???? eh?? da quando lo scopo di GNU/Linux è “combattere microsoft”???
    stai ragionando da niubbo, lo scopo di GNU/Linux è far funzionare le cose, dare la maggior libertà di configurazione/scelta all’utente finale, e la trasparenza della azioni compiute. la lotta è una cosa che viene solo ultima a queste ragioni (e altre).
    4-il tuo ragionamento porterebbe a distro completamente definite dagli utenti. e questo è male, perchè verrebbe distrutta la filosofia della distribuzione che la rende diversa da altre.
    può andare bene per mandriva, ma immaginati la cosa applicata a Slackware o a Debian stable… ma stiamo scherzando?? il 90% del software sarebbe in beta solo perchè “tanti vogliono così”…
    l’obbiettivo non è far contenti tutti (che poi dà il risultato opposto), ma far contenta una certa fetta di utenti. o dimmi che vedi spesso madriva su server di produzione…

    per quello che riguarda la frammentazione delle risorse umane…
    non direi…
    un fork di una distro parte dalla base che quella distro ha gettato, può continuare ad attingere ai suoi cambiamenti, e se introduce novità buone, molto probabilmente saranno implementate nella distro principale dopo un po’… almeno che non rompano la filosofia della distro forkata…

  • Lke

    rispondo a chi ha ciesto cosa ci faccia Slackware tra le 4 citate.
    non conosci la distro, stai zitto almeno, no?
    peculiarità di slackware:
    -uno sviluppatore centrale. significa coerenza della distro.
    -pochi/nulli software instabili/beta dentro. punta alla stabilità senza essere vecchia.
    diversità strutturali… uhm… init stile bsd?niente pam(nota che ha evitato non pochi problemi di sicurezza con questo)? pochissim/nessun pacchetto patchato(again, meno prob di sicurezza)? pochi tool di gestione, e per lo più semplici (ergo: sei costretto a fare a manina, sapendo BENE cosa fare)?
    ecc…ecc…

    al contrario, ubuntu non aggiunge un fico secco.
    è un fork di debian talmente simile che ne usa gli stessi repository, fai tu…

  • http://marco.boneff.ch Raideiin

    Unire gli sforzi è certamente l’approccio migliore per favorire una crescita di linux, però secondo me è sbagliato porci come obiettivo “la guerra Microsoft”. GNU/Linux non è nato per fare concorrenza ai prodotti proprietari a qualsiasi costo, ma è nato per dare la possibilità agli utenti di usufruire di un sistema libero. Quindi: libertà significa poter creare versioni modificate e poterle distribuire. Le altre distribuzioni trarranno comunque vantaggio dal fork, in quanto le tecnologie nuove che potrebbero essere presenti nella nuova distribuzione, potrebbero venir riutilizzate anche nelle altre distro.

    Secondo me la quantità di distribuzioni non è assolutamente un male. �? male forse dare peso a tante piccole distro create dagli utenti ad uso quasi esclusivamente personale. Dobbiamo distinguere in famiglie e votare le distribuzioni migliori per ciascun uso.

    Ad esempio se una categoria fosse “Newbie Desktop”,”Advanced User Desktop”, un’altra fosse “Server” ecc. e all’interno di queste categorie infilassimo le 5 distro più quotate, non avremmo tutta questa confusione sulle distro: si sceglierebbe la distro migliore per la cosa che vogliamo fargli fare. Non mi pare molto complicato.

    Il tutto lo ripeto non dev’essere finalizzato a superare microsoft, ma a garantire alle generazioni future la possibilità di usufruire di un sistema operativo libero, un patrimonio di conoscenza per l’umanità intera.

  • Lke

    dimenticavo…
    Suse invece va aggiunta, poichè sebbene partita da Slackware, non ditemi che Slackware usa gli rpm per i pacchetti.
    o che Slackware abbia yast o roba del genere.
    o che Slackware abbia un init stile System V di base.
    ecc…ec…

  • http://www.ciaglia.net vciaglia

    Attenzione!
    Per “combattere realmente il nemico di casa Microsoft” intendevo che con le opportune migliorie sarà possibile affascinare anche utenti Microsoft, tipicamente affascinati da sistemi proprietari. Non altro…

  • Lke

    @vciaglia:
    non importa cosa intendevi.
    l’intento di GNU/Linux non è avere più utenti.
    più sviluppatori magari si. utenti no.
    GNU/Linux e l’open source sono nati prima per far FUNZIONARE le cose come la gente voleva, poi per etica.
    alla comunità non ne viene niente da 100 o 100.000 utenti in più.
    ma ne viene da sviluppatori in più. meno magari, ma buoni, attirati dalla qualità del software.

  • http://www.ciaglia.net vciaglia

    @LKe
    Il tuo discorso è giusto perà secondo me utenti e sviluppatori camminano di pari passo. Se vengono creati software eccelsi e nessuno li utilizza non mi sembra un granchè come cosa. Se invece ad usarli sono “sempre più utenti” anche le grandi aziende capiranno che GNU/Linux non è più un progettino ma una sempre più grande opportunità per farci svariate cose, anche business. Se ci sono 10.000 sviluppatori e 1000 utenti non vedremo mai GNU/Linux pre-installato da nessuna parte, fidati. Pensi che con 1000 utenti da soddisfare in tutto il mondo le grandi aziende, abituate a trattare con milioni di utenti, se ne freghino di dare il loro contributo? Io credo proprio di no :)
    Dunque se tutti la pensassero come te io credo che GNU/Linux non sarebbe mai arrivato ai livelli di oggi.

    Ovviamente poi ognuno la pensa a modo suo…

  • Blutarsky

    In realtà facendo la guerra e demolendo il monopolio, forse si potrebbe diminuire il potere di un signore che influenza le politiche di paesi in via di sviluppo concedendo software proprietari in cambio di finanziamenti…
    Altro che 4 o 5 distro e la mia è meglio della tua…

  • fiducia_Zero

    Si, ok libertà : ma poi vedi tante distribuzioni che contengono delle cazzate e sono cazzate diverse a seconda della distro.
    Il pensiero che se gli sviluppatori concentrassero gli sforzi su minor distribuzioni queste cazzate sarebbero risolte da un pezzo direi che è più che lecito.

    Viene semplicemente da dire : peccato.
    Senza contare lo sforzo nel continuare a duplicare pacchetti ormai stra-presenti..client di posta …players…etc.

  • franz

    @vciaglia:

    Hai ragione che Suse deriva da Slackware, ma credo che sia decisamente un prgetto differente in primis il configuratore (che le ha dato notorietà ed apprezzamento) Yast e poi il gestore di pacchetti.

    @Lorenzo:

    L’uso del terminale è importante in linux (almeno questa è la mia opinione) perchè quella è la vera essenza non l’interfaccia grafico (che qualche purista potrebbe ritenere un orpello), alla quale comunque non rinuncerei! La linea di comando “insegna molto”, almeno per me è stato così: linux l’ho imparato ad usare grazie alla shell e mettendo mano ai file di configurazione…è così che si può comprendere come funzionano le cose. I tool grafici di configurazione sono certamente una comodità, ma sono anche poco flessibili…
    Purtoppo la “filosofia Windows” ha portato ad avere degli utenti inconsapevoli del funzionamento del PC. Il computer è e sarà sempre più presente nelle nostre vite e se ne dovrebbe avere più “coscenza”……è un pò come la patente di guida: è necessaria e non basta saper accendere il motore ed ingranare le marce per poter andare in giro per le strade.

  • Riccardo Gagliarducci

    @franz
    nessuno sa più come funziona una macchina da capo a piedi.
    (->> nessun meccanico tocca la centralina. se la tocchi non sei un meccanico…) E tutti ci vanno.
    Nessuno sa più come funziona un pc da capo a piedi.

    Il pc è uno strumento.

    O lo costruisci, lo ripari, o lo usi. Chi lo usa non vuole quella “conoscenza”.
    Magari è un dottore e bada al paziente, non a x.org… e, data l’affidabilità di linux, farebbe bene a fidarsi che non si pianti durante un’ operazione!

  • franz

    @Riccardo Gagliarducci:

    il dottore per operare avrà un terminalino con i 40 comandi che gli servono e al resto ci pensano i sistemisti.
    Ma chi vuol scegliere un sistema operativo per il desktop deve aver coscienza di cos’è un sistema operativo e deve sapere come si fa, ad esempio, a configurare l’accelerazione 3D della sua scheda video.
    Io ad esempio sono un informatico ma non mi sogno neppure di scrivere firmware o driver (pur avendone le competenze) perché è un lavoro per gli ingegneri elettronici.
    Quindi ad ognuno il suo compito, ma non è accettabile che gli utenti di un PC desktop entrino in panico perché, anziché fare doppio clic su un’icona, devono scrivere il nome del programma su linea di comando: non confondiamo la comodità con l’inconsapevolezza.
    Tu non hai idea di quanti, quando si parla di Linux, mi dicono che lo vogliono o che hanno installato Ubuntu ma che non sanno dove sono i programmi e dov’è il tasto start?! o dov’è internet explorer o windows media player?!

    Forse mi sono espresso male prima: non dico che tutti devono essere esperti informatici ma totalmente ignorati neppure!

  • Serendippo

    Anche secondo me la diversità è ricchezza, offre maggiori possibilità ecc. (non è così anche nel mondo reale?)
    Per una panoramica (NON esaustiva) sui rapporti storico-strutturali sulle varie distro, poi, va consultato http://img142.imageshack.us/img142/5090/linuxdistrotimeline75cr6.png, oppure qui: http://www.linuxlinks.com/portal/content/png/linuxdistrotimeline-75.pnganche x evitare flames inutili
    CIAO

  • Sergio

    Si si, la diversitá é ricchezza peró bisogna pensare agli utenti che si avvicinano a Linux e vengono spaventati da questo zoo variopinto.
    Vorrei una pagina ufficiale di linux dove si dicesse: "la distribuzione standard é questa: XXX-Gnome o XXX-KDE.(io mi scaricherei la KDE).