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15 aprile 2010 Visualizzazioni: 534 Focus

Intervista a Marco Martin: presente e futuro di KDE

TuxJournal ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con l’italiano Marco Martin, dipendente Nokia che lavora per il progetto KDE. I suoi sforzi si concentrano maggiormente su Plasma, sulla sua libreria e sulle shell principali: Plasma Desktop e Plasma Netbook. Un’intervista assolutamente da non perdere per chi sulla propria macchina non riesce più a fare a meno di questo ambiente desktop. Idee per migliorarlo, impressioni personali e molto altro. Buona lettura!


Ciao Marco, puoi presentarti ai nostri lettori?
Certo. Mi chiamo Marco Martin, ho 28 anni, vivo vicino Torino e ho finito l’università da circa un anno. Ho cominciato a contribuire a KDE dal 2007, quando ero rimasto affascinato dalle potenzialità di Plasma. Al momento ho la fortuna di venire sponsorizzato da Nokia per lavorare su KDE e, in particolare, sul progetto Plasma Netbook.

Quando sei venuto a conoscenza di KDE?
Penso fosse attorno al 2000-2001, avevo appena iniziato a usare Linux ma, onestamente, non ritenevo un granché l’ambiente grafico che mi ritrovavo installato di default sulla versione di Red Hat di quel tempo (6.0, 6.2?): era uno strano mix di GNOME 1.x ed Enlightenment ed ero in cerca di qualcosa di meglio, finché mi sono imbattuto in una beta di KDE 2.0, e da lì non l’ho più abbandonato.

In quale parte di KDE dai una mano?

Più che altro in Plasma, lavoro sulla libreria e sulle shell principali: Plasma Desktop e Plasma Netbook. Plasma Netbook è un’interfaccia grafica “primaria” (in parole povere ciò che è sempre visibile o comunque raggiungibile qualsiasi cosa si faccia con il PC) pensata per dispositivi con dimensioni dello schermo contenute e provvisti di dispositivi di input classici come tastiera, mouse o touchpad. Quindi dispositivi come i netbook, anche se abbiamo cominciato del lavoro specifico per i touch screen, quindi in futuro potranno essere condivise parti con un ipotetico Plasma Mobile, Plasma Tablet e quant’altro.

Pensiamo che un dispositivo come un netbook richieda un tipo diverso di interfaccia, perché oltre ad avere caratteristiche hardware diverse, è solitamente diverso l’utilizzo che se ne fa. Mentre un normale desktop o laptop sono macchine “general purpose” utilizzate sia per consumare che creare contenuto (con un forte accento al multitasking), un netbook (o sempre di più un dispositivo mobile ancora più piccolo) eccelle come strumento di consultazione, siano esse risorse web, multimediali o quant’altro. Ecco perché la prima cosa che si vede è un laucher a pieno schermo e ci sono queste “pagine” di widget, che servono appunto a dare informazioni, spesso da sorgenti online nella maniera più veloce possibile, che in alcuni casi possono anche evitare il bisogno di aprire il browser per avere un’informazione particolare. Credo di essermi dilungato abbastanza. Ecco un video su YouTube che illustra meglio il tutto.

Immagine anteprima YouTube

Quali sono gli elementi di KDE che necessiterebbero di essere sviluppate per realizzare un bel Desktop Environment?

KDE è pieno di elementi che hanno potenzialità enormi, alcuni si stanno realizzando proprio adesso, altri punti hanno ancora bisogno di lavoro ma possiamo dire che il progresso c’è. Posso provare a riassumere quelli che penso siano punti molto importanti. Strumenti per la creazione di qualsiasi tipo di file, che permettano agli utenti di eseguire qualsiasi lavoro attraverso applicazioni che usano il framework di KDE. Quindi le applicazioni che fanno parte di KOffice giocano ovviamente un ruolo molto importante. Metterei sullo stesso livello di strategicità anche un’applicazione sviluppata indipendentemente come KDEnlive (e spero altre simili in futuro). Un altro aspetto molto importante è quanto gli strumenti che abbiamo ora possano diventare “in linea”. Si potrebbe riassumere in una frase carica di parole alla moda come “sopravvivere in un mondo Web 2.0” suona terribile ma rende l’idea.

Quindi non solo è importante un buon browser web (componente che purtroppo è un po’ indietro ora), ma anche strumenti che possano liberare l’utente almeno in parte dal browser stesso, offrendo un’interfaccia di gran lunga migliore rispetto a ciò che una qualsiasi applicazione web possa fare. Esempio? Blogilo. Mi piacerebbe vedere molte altre applicazioni simili in futuro.

Quali sono le applicazioni KDE che si stanno mettendo in evidenza facendo un buon lavoro? E quali necessitano di amore e aiuto?

Beh, sarà forse un po’ auto celebrazione (ma sopratutto celebrazione degli altri fantastici membri della squadra) ma penso che il workspace (quindi Plasma e KWin) stia facendo un buon lavoro. �? stata abbastanza dura, perché all’inizio del ciclo 4.x c’era ancora troppo lavoro da fare, ma penso che ora i frutti stiano veramente cominciandosi a vedere. Discorso simile per KDE PIM, è migliorato in maniera impressionante negli ultimi tempi e i frutti si vedranno specialmente in KDE SC 4.5, quando Akonadi verrà usato molto più a fondo. Quello che ha bisogno di aiuto? Come dicevo prima, sono di importanza vitale sia un browser che torni ad essere si nuovo -il migliore- e sia KOffice. Il suo team sta facendo un lavoro fantastico e i prossimi mesi/anni saranno cruciali.

Qual è stato il tuo contributo a KDE 4.4? Quali sono le grossi novità rispetto a KDE 4.3?Quali sono i tuoi progetti per KDE 4.5?

In KDE SC 4.4 ho lavorato più che altro a diverse parti di Plasma. Quello che è più visibile è sicuramente Plasma Netbook Shell (fatto grazie all’aiuto di altri membri del team di Plasma).
Una cosa che reputo anche molto importante è la nuova specifica (e implementazione) per l’area di notifica. Ci permetterà di superare le limitazioni del vecchio protocollo e si spera potrà fornire anche una migliore integrazione con applicazioni scritte con altri toolkit (Ubuntu ha già adottato la specifica). Per quanto riguarda 4.5 in Plasma ci saranno forse meno cambiamenti “vistosi” ma più rifinimenti. Sia in termini di funzionalità già “iniziate” in 4.4 (ci sarà ad esempio un nuovo gestore per le attività) ma sopratutto rifinimenti per quanto riguarda la stabilità e le prestazioni.

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