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7 novembre 2012 Visualizzazioni: 1284 Copertina, Focus, Software

Il futuro di GNOME 3: tra speranze e preoccupazioni

Una morte lenta e dolorosa o una probabile risalita futura? Qual è il destino dell’ambiente desktop GNOME? A dare una risposta sarà, forse, la tecnologia touchscreen.

Negli ultimi anni, l’ambiente desktop GNOME è stato rivoluzionato e la sua versione 3 non sembra aver soddisfatto quasi nessuno. A dirlo sono i numeri, sempre in discesa che riguardano proprio l’indice di gradimento dell’ambiente desktop che ha fatto la storia del mondo GNU/Linux.

È la cruda realtà del mondo dell’informatica: oggi ci sei, domani non lo sai. E la presenza o meno è fortemente legata alla qualità dei cambiamenti introdotti in un software, in un sistema operativo o, in questo caso, in un ambiente desktop. E poiché le alternative di certo non mancano, gli utenti abbandonano ciò che non piace per passare a qualcosa di più performante e soprattutto gradito.

La cosa più grave è che GNOME 3 non sembra raccogliere il solo malcontento degli utenti, ma anche quello degli sviluppatori. A dirlo è Benjamin Otte che con un post sul suo blog ha sparato a zero sull’evoluzione dell’ambiente desktop.

Gli sviluppatori di base stanno lasciando lo sviluppo di GNOME

Queste le parole di Otte che, senza freni, definisce il progetto ormai carente e privo di obiettivi. Cose che non possono far piacere, ma questo è l’amaro boccone che chi gira attorno a GNOME deve ingoiare in silenzio.

A dare il colpo di grazia ci hanno pensato le due più diffuse distribuzioni, Ubuntu e Linux Mint che con i loro nuovi ambienti desktop hanno ben pensato di mettere in secondo piano GNOME. La distro targata Canonical (che con Unity non sta di certo raccogliendo esclusivamente consensi positivi) ha da poco creato una release alternativa equipaggiata con GNOME (Ubuntu Gnome Remix) ma non sembra comunque riscuotere grande successo.

E se a definire GNOME 3

Un caos profano

è anche Linux Torvalds un motivo ci sarà.

Con il senno di poi, quel manipolo di sviluppatori che inizialmente aveva bocciato il progetto GNOME 3 aveva ragione. La release 3 dell’ambiente desktop ex numero uno nel mondo GNU/Linux andava contro la filosofia che sta alla base del progetto. Ma, per un motivo o per un altro, GNOME 3 è stato poi rilasciato, decretandone questo infelice risultato. Una scelta sbagliata che è costata indubbiamente cara.

Gnome è come il protagonista di una commedia romantica, a caccia di qualcuno che non potrà mai catturare anche se manca quello che era sempre lì: il suo vecchio bacino di utenti.

A chi attribuire la colpa del fallimento? Di certo non solo agli sviluppatori GNOME, anche perché non ci sembra che il progetto abbia agito diversamente da altri grandi nomi, seppur non del mondo Open Source, come Microsoft. Basta virtualizzare il nuovo Windows 8 su una qualsiasi macchina GNU/Linux per dare un’occhiata alla nuova interfaccia grafica Metro. Tutti i moderni sistemi operativi, e più in particolare i loro ambienti desktop, sembrano essere stati catturati da una sorta di touchscreen mania secondo la quale tutto deve essere a portata di dito e non di clic. Filosofia, questa, probabilmente dettata dall’enorme successo in casa Apple dei dispositivi touchscreen: se la casa di Cupertino ha successo con un nuovo prodotto, tutti i suoi concorrenti corrono ai ripari cercando di sviluppare qualcosa di simile. Questo, purtroppo, lo si sapeva già. Ma questa è solo una delle tante ipotesi.

Quel che è certo è che se il futuro di laptop e notebook è davvero quello di ereditare da tablet e smartphone la tecnologia touchscreen probabilmente il progetto GNOME potrebbe risalire velocemente una strada già battuta. Per dirlo, però, sarebbe interessante dare uno sguardo ai dati di vendita dei monitor touchscreen: almeno fino ad oggi, non sembrano aver riscosso tutto questo successo.

Fonte: The Register

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  • RiccardoPinardi

    ho “abbandonato” Linux come OS principale proprio quando è uscito Gnome 3, ma ho sempre usato le versioni precedenti e l’ho trovato superiore ai concorrenti per l’intuitività (molto OSX like) e la versatilità.
    Gnome3 mi ispira molto, ma mi dispiace che il mio ambiente preferito stia cadendo (?), anche perchè non sono d’accordo con queste interfaccie pro-touch.

  • andynaz

    non amo queste interfacce touchscreen-like, per il semplice motivo che a casa ho (come molti) un monitor non touchscreen, e uso il mouse, per cui: che ne ne faccio di icone enormi e ottimizzate con il dito quando devo invece fare i km con il mouse??

    mo vediamo se con le estensioni lo rendo un attimino migliore…

    una cosa che invece apprezzo di Gnome3 è la gestione dinamica dei desktop virtuali (attività)… mi sa che devo iniziare a prendere in considerazione KDE…

  • nino

    io sono con gnome shell da un po e non lo trovo così inutilizzabile, passare da una finestra all’altra tramite l’angolo in alto lo trovo di una intuitività unica, tanto che quando passo su altri sistemi sono sempre tentato di toccare l’angolo con il mouse… non vorrei dire fesserie ma anche in metro sono state implementati gli angoli attivi…

    il sistema delle notifiche è intelligente e funzionale, la gestione dei desktop virtuali, la trovo comodissima, le icone grandi non le trovo scomode, anzi trovo molto più scomodo il fatto che rimpiccioliscono quando se ne aggiunge nella barra laterale

    sulla mia macchina a parità di processore e di ram è decisamente più reattivo di unity..

    comunque dei difetti ci sono, come ad esempio diverse estensioni che con l’ultima versione non funzionano, la splitview di nautilus che è stata rimossa.. tuttavia sono dell’idea che questi problemi saranno risolti..

    a mio avviso gnome shell è una delle interfacce più evolute, nonostante ci sia ancora del lavoro da fare…

    • andynaz

      si, si, in definitiva il giudizio è positivo :-)

  • karoo

    io vado del tutto contro corrente (evidentemente) perché adoro GNOME3, lo trovo bellissimo (cosa più importante di quanto si pensi), comodo con il mouse, non con la tastiera ma avendo io un computer post 1980 non mi sembra un grande ostacolo, e adoro gli angoli attivi, visto che vi ero stato abiutato da os x. Le estensioni poi sono fantastiche. Certo, ci vorrebbe maggiore customizzazione nativa (possibile che serva un estensione per aggiungere il stato “spegni” ?!) e tante altre cosette ma prefeisco 1000 anni di GNOME3 che 1 di unity, tanto per dire ..

    • clodio

      La penso anch’io come te, mi trovo bene e mi piace gnome 3. Comunque con la 3.6 il tasto “spegni” c’è

  • http://www.facebook.com/michele.casari.7 Michele Casari

    A me gnome piace e mi piaciono anche kde e unity. Boh, sarò di bocca buona?
    P.S. lo uso a casa (linux) e ci navigo e faccio qualche piccolo progettino personale, forse dovrei provare i tre ambienti al lavoro.

  • http://emanuele.itoscano.com Emanuele Toscano

    Uso gnome3 / shell solo da poco: mi piace tantissimo (ma proprio tanto) la gestione delle estensioni, trovo che sia un’idea incredibilmente intelligente e comoda.

    Non mi piace di gnome shell quello che si ottiene di default: una schermata scomoda, in cui bisogna abituarsi a vagare lo schermo con il mouse per vedere le schermate aperte: preferisco una taskbar come tint2 per avere sempre sotto controllo le finestre.

    Non mi piace il menu standard di gnome3, preferisco (quantomeno come idea) l’axe menu (installabile tramite estensione). Odio il fatto che aprire il menu comporti il ridimensionamento di tutte le finestre: voglio solo il menu, non un’opera d’arte!

    Non mi piace che l’estensione che permette di gestire le estensioni non sia installata di default, in modo tale da rendere chiaro all’utente che esiste la possibilità di personalizzarsi la shell.

    Basterebbe realmente poco, e sarebbe già tutto disponibile fin da subito per rendere gnome shell un’interfaccia potente e comoda…

    • http://profiles.google.com/giallu Gianluca Sforna

      Per velocizzare il workflow ed usare al meglio gnome 3 è INDISPENSABILE imparare le scorciatoie da tastiera. Alt-Tab, Alt-Tasto sopra il tab, tasto super (windows), super+cursori, ctrl-alt+up/down eccetera.
      https://live.gnome.org/GnomeShell/CheatSheet

      • http://emanuele.itoscano.com Emanuele Toscano

        Indubbiamente conoscere ed utilizzare le scorciatoie è utile, è così in quasi tutti i DE ed in buona parte degli applicativi… ma non sempre è più comodo. Avendole entrambe a disposizione, solitamente preferisco una taskbar già li, pronta sullo schermo ad una scorciatoia da tastiera, per intenderci.

  • http://profiles.google.com/asaro.francesco Francesco Asaro

    In verità non vedo in gnome shell il fallimento di cui si parla nell’articolo. Moltissimi utenti sono soddisfatti e ringraziano la propria divinità preferita per avere una GUI fluida e moderna. Un’alternativa più che valida a quella porcheria che è unity.

  • http://twitter.com/GioGioDo GiòGiò

    Per fortuna esiste gnome3 che mi ha riconciliato con il mondo linux dopo l’obrobrio Unity che trovo pesante nell’uso delle risorse, brutto(ma questo è gusto personale) e con feature come HUD che non usa nessuno( ho visto dei poll in rete in cui veniva usato sistematicamente solo dal 5% degli utenti) per non parlare della scelta scellerata di compiz(lento, pesante, macchinoso e outdated).
    Che l’autore dell’articolo non si preoccupi, corre più il rischio dell’estinzione Ubuntu.

  • http://twitter.com/GioGioDo GiòGiò

    Quando l’autore dell’articolo scrive:

    ” La distro targata Canonical (che con Unity
    non sta di certo raccogliendo esclusivamente consensi positivi) ha da
    poco creato una release alternativa equipaggiata con GNOME (Ubuntu Gnome Remix) ma non sembra comunque riscuotere grande successo.”
    Di quali dati dispone l’autore per dire che non sta avendo successo Ubuntu Gnome Remix?
    L’autore è a conoscenza delle grandi migrazioni di utenti da Ubuntu a Fedora, Opensuse ed ora a Ubuntu Gnome Remix al solo apparire dell’interfaccia Unity?