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Corso su PHP: Ed ecco gli Array

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Zotero, il passo successivo ai bookmark

11 gennaio 2008 Visualizzazioni: 674 Focus

Flyback, l’alternativa Linux ad Apple Time Machine

La possibilità di eseguire con poco impegno copie di backup dei propri dati non è certamente un’opzione soltanto per chi ha a disposizione strumenti come la Time Machine di Apple. Ad esempio, per la creazione di backup personali sotto Linux, è possibile partire dagli strumenti più semplici (ma non per questo meno efficaci, anzi) come rsync per sviluppare soluzioni di backup estremamente personalizzate e flessibili con poco o nessun hardware aggiuntivo, pur mantenendo un certo livello di affidabilità.

timemachine_icon20071016.png

Tutto ciò richiede comunque una minima conoscenza pratica della CLI. Con il rilascio di Flyback, sembrerebbe invece che anche l’utenza desktop di Linux possa avere a disposizione strumenti utili alle proprie esigenze e operabili tramite GUI per la creazione in automatico di copie di salvataggio dei propri dati, anche se limitatamente all’immediatezza il paragone con la Time Machine sembra un po’ forzato.

Il tool in oggetto è scritto in Python, rilasciato sotto licenza GPL v2 e gestibile tramite un’interfaccia GTK+ estremamente pulita, sebbene alternativamente sia eseguibile anche da riga di comando. Nella sostanza, si tratta infatti di un front-end al già conosciuto rsnapshot, un valido strumento per la creazione di snapshot scritto in Perl. A sua volta, rsnapshot è basato sull’impiego di hard-link gestiti tramite rsync per il mantenimento di diverse copie incrementali dei dati salvati, con un’occupazione di spazio su disco davvero minima. Flyback vi aggiunge l’interfaccia grafica e la pianificazione, in modo da poter fruire di strumenti già esistenti, senza dover scomodare necessariamente la CLI.

screenshot-flyback.png

Lo stesso procedimento è infatti grossomodo riproducibile seguendo quanto descritto in “Easy Automated Snapshot-Style Backups with Linux and Rsync” (o installando rsnapshot e pianificandone l’uso con cron), ma ciò che voglio sottolineare è la disponibilità di soluzioni adoperabili con facilità in contesti reali dall’utente desktop, che troverà senz’altro più immediato l’impiego di una GUI. Ovviamente vi sono alcuni inconvenienti: vengono sprecati alcuni KB per la creazione dell’albero delle directory per ogni snapshot effettuato (non essendo l’hard-linking delle cartelle possibile sotto Linux) e tutto l’albero delle directory è controllato ad ogni backup; tuttavia, dando maggior importanza alla fruibilità, si tratta di inconvenienti minori e Flyback è attualmente più usabile rispetto ad altri progetti simili (come TimeVault, che pure si dimostra interessante per l’impiego di inotify).

di Francesco di Salvo - Programmazione.it

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  • /V

    Onestamente preferisco molto di piu’ una cosa del genere:
    http://www.aqualab.cs.northwestern.edu/publications/Cornell04VFS.html
    1) Caricabile in userspace via FUSE
    2) Si monta sopra un file system esistemnte (ext2/3 di solito)
    3) Non occorre fare delle snapshot, il filesystem utilizza un sistema differenziale per cui memorizza solo le nuove modifiche fatte ai file.
    4) 2-3 comandi per gestire tutto il versioning.

    Esiste pure un’interfaccia grafica completa ma non troppo accattivante,personalmente basterebbe scrivere uno stupidissimo plugin per Nautilus o per Thunar (sto lavorando su quello) e risolto il problema.

    Altrimenti, meno elastico ma piu’ efficiente:
    http://www.ext3cow.com/Welcome.html
    1) si carica come kernel module
    2) bastato su snapshot
    3) overhead minimo rispetto a un ext3 normale
    4) comandi da shell immediati.

    Qui non c’e’ ancora un’interfaccia grafica, ma non vedo le difficolta’ nel crearne uan secondo i principi di cui sopra.