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Dell-Ubuntu: una soluzione per i computer aziendali

Quattro ragioni per evitare Ubuntu

27 giugno 2007 Visualizzazioni: 656 Business

Ancora poco Open Source nel Web 2.0

Per Web 2.0 si intente la seconda generazione del World Wide Web improntato sulle piattaforme collaborative e sulla condivisione delle informazioni su Internet. Di solito si indica con questo termine anche la migrazione delle statiche ed ormai obsolete pagine HTML verso pagine web sempre più dinamiche in grado di fornire vere e proprie applicazioni Web agli utenti.

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Una recente ricerca ha evidenziato che le maggiori società del mercato sono però ancora abbastanza scettiche sull’utilizzo delle tecnlogie open source per la promozione del Web 2.0.

Stando ai dati pubblicati dalla Nermertes Research, il report si è basato sulle indicazioni fornite da più di 120 dirigenti IT presso le più grandi ed in vista società informatiche mondiali. Tra loro, il 18% ha dichiarato che la società per cui lavorano utilizzata dei blog, il 32% utilizza dei wiki e il 23% utilizza gli RSS.

La ricerca si è poi particolarmente soffermata sulle adozioni, in termini di applicativi, delle stesse società. A quanto pare i  clienti Enterprise  amano provare sia soluzioni commerciali che open source e solo il 26% di loro sta considerando o già sta utilizzando applicazioni open source. Irwin Lazar, direttore della Nemertes, ha dichiarato: “Ci sono un mucchio di società open source che si fanno pubblicità dicendo che il loro software è il futuro del mondo del computing, che il codice è aperto ed è possibile farne ciò che si vuole. E’ sicuramente una grande cosa ma tutto ciò, agli occhi delle grandi società che dovrebbero adottare software open source, lo rende allo stesso tempo troppo esposto a problemi di sicurezza e lontano dai bisogni reali“.

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